Transizione energetica, il nuovo paradigma

Riprendiamo la serie di articoli di Giuseppe Sammarco, Direzione Generale Natural Resources di Eni, già pubblicati su Orizzonti

Che cos’è una transizione energetica e quali elementi la caratterizzano? È importante partire approfondendo questo tema, poiché ci consente di conoscere meccanismi, nessi logici e vincoli tecnologici o di altro tipo che governano il processo di cambiamento del sistema energetico e ne determinano direzione e velocità. La transizione energetica è un processo che accompagna la storia dell’uomo fin dalla sua nascita e ha consentito lo sviluppo e il progresso della civiltà umana. Per comprenderne il significato definiamo gli elementi che la caratterizzano.

La prima caratteristica è di essere (almeno finora) un processo complesso e di lungo periodo, un processo che comporta cambiamenti strutturali nelle modalità di produzione e utilizzo di energia da parte dell’uomo, modalità spesso indicate con il termine di “paradigma energetico”.

La seconda riguarda l’impatto significativo della transizione energetica sullo sviluppo economico, sulla qualità della vita dell’uomo, sull’organizzazione sociale e sull’ambiente. Per questo motivo, nei paesi non ancora toccati in modo pervasivo dall’ultima transizione energetica – innescata dalla prima rivoluzione industriale, come vedremo in un prossimo capitolo – e in cui ampie fasce di società non hanno accesso a fonti moderne di energia, i benefici sociali di una sua diffusione sono potenzialmente enormi. In questi paesi, ad esempio, il semplice passaggio da una candela all’energia elettrica consentirebbe alla popolazione giovane di studiare in condizioni ottimali e di poter contribuire così al progresso del paese, affrancando non solo se stessi dal fenomeno della povertà. Infine, non dobbiamo pensare alla transizione energetica come a un processo monolitico, associato alla sola applicazione di una nuova tecnologia o alla sola diffusione di una nuova fonte energetica. Alla base di ogni transizione energetica vi sono “molteplici transizioni” che interagiscono e si alimentano tra loro e che riguardano più di una delle principali componenti di un sistema energetico:

1. le fonti primarie di energia (che si trovano in natura, come il carbone, il petrolio e il gas naturale);

2. le macchine e le tecnologie per la conversione di energia (ad esempio: motori elettrici, motori a scoppio, turbine);

3. i vettori energetici (ovvero le forme di energia che – come l’elettricità, la benzina o l’idrogeno – sono originate dalla trasformazione di fonti primarie);

4. i servizi energetici domandati (ad esempio: riscaldamento, raffrescamento, e più recentemente mobilità sostenibile).

A questo punto, assumendo che un sistema di produzione e consumo di energia segua – nella sua fase di crescita – una determinata direzione, un modello o paradigma energetico stabile e consolidato, che cosa può determinare un cambiamento di percorso, avviando una nuova fase di transizione? La transizione (o meglio le “molteplici transizioni”) può essere innescata da numerosi meccanismi di guida, ovvero da numerose variabili il cui cambiamento è in grado di far evolvere il sistema energetico in una direzione piuttosto che in un’altra, più o meno velocemente, raggiungendo gradualmente un nuovo paradigma energetico. Per semplicità abbiamo raggruppato i meccanismi di guida in quattro grandi macro-categorie:

1. la disponibilità e competitività di nuove fonti primarie o vettori di energia;

2. la disponibilità e competitività di nuove macchine per la conversione di energia (motori primi o forze motrici primarie);

3. l’adozione di nuove politiche energetiche e ambientali;

4. il cambiamento del livello e della tipologia di servizi energetici domandati dal consumatore. Tutti i meccanismi di guida fanno leva sulla competitività delle fonti di energia e delle tecnologie, una competitività, fate attenzione, intesa nel senso più ampio, misurata su più dimensioni: competitività di prezzo, di qualità dei servizi forniti e ambientale. Le ultime due forme di competitività sono generalmente premiate dal quadro normativo di riferimento o dalle preferenze del consumatore.

Il tema della competitività come leva principale della transizione è importante. Infatti, ci fa capire come ricerca e sviluppo tecnologico siano centrali in questo processo, poiché hanno avuto – e avranno sempre più – un ruolo fondamentale nel determinare il livello di tutti i tipi di competitività delle fonti di energia e delle forze motrici. Tra l’altro, questo significa che – grazie al progresso tecnologico – nulla può essere dato per scontato: soluzioni messe da parte o considerate obsolete potrebbero acquisire (o riacquisire) competitività e rientrare in gioco, così come potrebbero entrare in gioco soluzioni attualmente impensabili. I meccanismi di guida della transizione, abbiamo visto, trasmettono al sistema energetico, con diversa intensità ed efficacia, la direzione da seguire, esattamente come il sistema di sterzo di una macchina trasmette alle ruote la volontà del guidatore di raggiungere una destinazione. Ma, a sua volta, cosa influenza il guidatore nella sua decisione di raggiungere un nuovo obiettivo girando il volante? Cosa spinge il sistema a rendere disponibili nuove fonti e tecnologie e a modificare norme o preferenze? Sono i mega-trend, ovvero le grandi forze di cambiamento che modellano l’intera organizzazione sociale e il sistema di produzione. Ma di questo tema, che merita un ampio approfondimento, parleremo in uno dei prossimi capitoli.

Per concludere, in questa prima parte abbiamo visto quali siano le caratteristiche principali e i meccanismi di guida di una transizione energetica. Abbiamo visto che è un processo complesso, probabilmente non semplice da comprendere in astratto. Per questo motivo, per dare concretezza alle definizioni, nella prossima newsletter esamineremo le principali transizioni energetiche “epocali” del passato, portando esempi storici di come si siano realizzate ed evolute.