Dalle sculture luminose di Dan Flavin e di Lucio Fontana, al corridoio di tubi fluorescenti di Ryoji Ikeda alla Biennale di Venezia, la luce continua a essere un grande strumento creativo
Come Eni, che ha fatto dell’energia il proprio cuore, anche la storia dell’arte è infatti attraversata da un simile elemento vitale, facendo spesso della luce la sua protagonista
La luce è sempre stata presente nella storia dell’arte: fin dall’antichità, in cui è stata il simbolo del divino, da Leonardo che l’ha usata per bucare la prospettiva fino a Caravaggio che se ne serviva per far emergere dal buio i suoi personaggi
Nel passato
Dan Flavin, a partire dai primi anni ’60, ne fa un uso ancora più radicale: le sue sculture di luce sono semplici tubi al neon, disponibili in commercio
Neon e rivoluzione
Ma è il Minimalismo americano a ridare centralità alla luce attraverso il movimento “Light and Space”, con gli artisti Robert Irwin, James Turrell e Mary Corse
Intanto in Italia, l’energia di Mario Merz si espresse nella luce al neon, così come quella di Maurizio Nannucci. In un dialogo tra arte e luce che continuerà a evolversi nel tempo