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Un contesto internazionale caratterizzato da oversupply e da bassi prezzi, le trasformazioni in atto nel business mid-downstream europeo e il processo di decarbonizzazione del sistema energetico sono le principali sfide che si trovano ad affrontare le compagnie energetiche.
L’esubero di offerta e lo scenario prezzi delle commodity energetiche continuano a richiedere una strategia di razionalizzazione degli investimenti verso progetti con break-even più bassi e interventi di riduzione dei costi. Nell’ambito dell’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale, il gas naturale assumerà un ruolo centrale come principale alternativa al carbone.
Le compagnie operanti nel settore energetico sono chiamate a rispondere alle sfide emerse dalla COP21 sui cambiamenti climatici e al graduale processo di decarbonizzazione del sistema energetico. In questo contesto il gas naturale rappresenta un’opportunità di riposizionamento strategico per le compagnie petrolifere in virtù della minor intensità carbonica e delle possibilità di integrazione con le fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica. Sarà però necessario promuovere politiche a favore della sostituzione del carbone nella generazione elettrica.
Nel corso del 2016 il calo delle produzioni non OPEC, in particolare USA, e la sostenuta crescita della domanda sono stati controbilanciati dalla crescita OPEC che ha rallentato il riassorbimento del surplus di bilancio. Solo a fine anno, il ritorno di una politica di controllo del mercato da parte del Cartello, ha portato a un accordo storico tra OPEC e non OPEC a sostegno del prezzo, con un taglio delle produzioni nel primo semestre del 2017. L’anno chiude con una quotazione media del Brent di 44 $/bl, passando dal minimo di 31 $/bl di gennaio a 54 $/bl nel mese di dicembre.
L’industria petrolifera sconta due anni consecutivi di taglio degli investimenti, con conseguente contrazione delle attività di esplorazione e sanzionamento dei nuovi progetti. Nonostante nel 2017 sia attesa una ripresa delle attività, le produzioni addizionali potrebbero non essere sufficienti a soddisfare la sostenuta crescita della domanda. Nel lungo termine l’offerta infatti deve continuamente assicurare la sostituzione del declino naturale dei campi. Le compagnie petrolifere necessitano di uno stabile aumento di prezzo per accelerare attività e investimenti finalizzati al recupero delle produzioni.
Restano forti le pressioni sulla raffinazione europea per la concorrenza di operatori in Medio Oriente, USA, Russia (principale fornitore di diesel in Europa) e Asia che presentano vantaggi competitivi in termini di costo di approvvigionamento ed efficienza. Nonostante la razionalizzazione della capacità degli ultimi anni, l’Europa rimane in surplus strutturale di benzina in un contesto di sempre maggiore indipendenza degli USA, tradizionale mercato di sbocco dei flussi europei.
I prezzi del gas confermano il trend di discesa già registrato nel corso del 2016 a causa del permanere dell’oversupply su scala globale. Infatti, a fronte di una limitata ripresa della domanda, l’offerta di gas rimane abbondante e in crescita rispetto all’anno precedente.
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