Il geologo - Emiliano Mutti

Emiliano Mutti: Il geologo come uno storyteller

Emiliano Mutti, vincitore nel 2016 dell’Eni Award, racconta la sua passione per la geologia: “Sono un geologo che si è occupato soprattutto di roccia. L’Eni Award per me è stata una sorpresa perché, in un periodo in cui domina la tecnologia, è stato premiato un geologo che notoriamente ha lavorato sul terreno. Questo non vuol dire che io sia un poeta, ho anche lavorato per le industrie. Conosco il valore della tecnologia ma fondamentalmente quello che mi ha portato a fare il geologo è stato la bellezza delle rocce. Se uno le guarda bene finisce con l'innamorarsi. E dalle rocce io credo che i geologi estraggano non più del 20-25% dell'informazione che potenzialmente è racchiuso in questi sedimenti. Migliorare la conoscenza delle rocce può essere una cosa di estrema importanza, sia da un punto di vista accademico che da un punto di vista industriale. Il geologo forse non è nemmeno un cacciatore di rocce, lo diventa se è innamorato delle rocce e le va a cercare. Più che altro è uno storyteller, un contastorie, che deve raccontare, per esempio, la storia di un grano di sabbia che parte dalla montagna, arriva con il fiume in mare e poi con una corrente di torbido va a finire a 3000 metri di profondità a formare uno strato torbilitico. Quello è il lavoro del geologo: raccontare la storia di un grano di sabbia che è partito da una catena montuosa e finisce nella Fossa delle Marianne. Così come racconta la storia di una catena montuosa che si forma, si solleva, si erode e scompare. Quindi il geologo è uno che racconta delle storie, e la qualità fondamentale di un geologo deve essere quella della creatività nel raccontare delle storie, belle, buone e che abbiano anche un'applicazione pratica. Ed è un gran bel lavoro”.