La tecnologia della fusione a confinamento magnetico si basa sullo stesso principio fisico che “tiene acceso” il Sole e che gli permette di produrre la sua energia. Un processo del genere, però, è molto complesso da riprodurre artificialmente sulla Terra, per questo la comunità scientifica ritiene che ottenere energia dalla fusione sia una delle più grandi sfide tecnologiche nella storia dell’umanità.
Studiare, progettare e realizzare impianti in grado di replicare e gestire, sulla Terra, reazioni fisiche simili a quelle che avvengono nel cuore delle stelle è il traguardo tecnologico sul quale puntano le eccellenze mondiali nella ricerca in ambito energetico.
Eni continua a investire nella ricerca scientifica e tecnologica sulla fusione a confinamento magnetico, considerandola una svolta nel percorso verso la neutralità carbonica al 2050.
Tra le prime aziende dell’energia a scommettere sulla ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, Eni è anche il primo e il maggiore azionista del progetto Commonwealth Fusion Systems (CFS).
Consapevole dell’importanza strategica di questa lunga impresa, Eni partecipa da protagonista a diversi progetti sulla fusione a confinamento magnetico:
- sostiene Commonwealth Fusion Systems per la realizzazione di SPARC, il primo reattore dimostrativo a fusione
- collabora con il Plasma Science and Fusion Center presso il MIT di Boston
- lavora con ENEA al progetto Divertor Tokamak Test
- collabora con il CNR.
In questo modo offre il proprio contributo per sviluppare la ricerca internazionale sull’energia da fusione.