Nel maggio 2018, Google svelava davanti a una platea sbalordita il suo programma Duplex: un software in grado di chiamare in autonomia il ristorante per prenotare un tavolo senza che la persona all’altro capo del telefono si rendesse conto di avere a che fare con un’intelligenza artificiale. Duplex, infatti, non è solo in grado di sostenere una conversazione, ma anche di imitare le pause e l’intercalare classico degli esseri umani… Oltre a stupire, le abilità di Duplex hanno sollevato non poche preoccupazioni: come faremo, in futuro, a essere sicuri che le IA non ci ingannino fingendo di essere degli umani? È necessario obbligare i software a dichiarare la loro natura artificiale? Siamo di fronte al primo passo di un’evoluzione che porterà le IA a diventare sempre più simili agli esseri umani, fino al punto di sviluppare una coscienza? Domande affascinanti, ma che poco hanno a che fare con quanto realmente dimostrato da Duplex. “A differenza di quanto sostenuto da alcuni, non siamo di fronte all’avvento di una IA realmente intelligente”, ha scritto il docente di Scienze Neurali Gary Marcus. “Se si vanno a leggere le dichiarazioni ufficiali di Google, si scopre che lo scopo iniziale del progetto è molto limitato: Duplex può solo chiamare un ristorante o il parrucchiere”. Perché una gamma così limitata di possibilità? La ragione è tutta nelle caratteristiche stesse del deep learning (gli algoritmi che stanno alla base delle intelligenze artificiali): per sostenere una conversazione, una IA deve essere addestrata usando centinaia di migliaia di dati, che le consentono di scoprire tutte le possibili interazioni che avvengono in una chiacchierata tra esseri umani. Così, sarà in grado di valutare statisticamente quale sia la risposta corretta a una data domanda. Un compito complesso e che quindi può funzionare solo se la conversazione è estremamente circoscritta (com’è il caso delle prenotazioni a ristorante). “Google Duplex non è così limitato perché sta compiendo i primi passi verso obiettivi ben più ambiziosi”, ha sostenuto ancora Marcus. “La verità è che gli esperti di deep learning non hanno nessuna idea di come riuscire a fare meglio di così. Le conversazioni non predefinite, in cui si affrontano una vasta gamma di argomenti, non sono nemmeno ancora in vista”.
Prodotti e Servizi
