Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 43 - The Challenge. Leggi il magazine
A fine aprile si è tenuto a Pechino il secondo Belt and Road Forum (BRF). In questa occasione, che ha visto la partecipazione di 150 paesi (37 dei quali rappresentati dai rispettivi capi di stato e governo), la Cina ha affrontato molte delle critiche mosse nei confronti della Belt and Road Initiative (BRI), anche nota come Nuova Via della Seta.
Annunciato nel 2013, l’ambizioso progetto globale di connettività e sviluppo infrastrutturale ha esposto Pechino a critiche su due fronti. Il primo è quello della tesi secondo cui la BRI non sarebbe altro che il grande piano cinese per dominare il mondo. Il secondo, a esso collegato ma più empirico, vede nei termini del progetto una “trappola del debito” che esporrebbe precisamente i paesi partecipanti a quello stesso dominio cinese.
La Cina sta compiendo notevoli sforzi per portare avanti la BRI nonostante le accuse di natura geopolitica e le testimonianze di paesi caduti nella trappola del debito. Ignorando l’opposizione nei confronti dell’iniziativa, fino a poco tempo fa Pechino aveva ostinatamente seguito la consueta linea dura. Tuttavia, con l’avvicinarsi del Belt and Road Forum sono arrivati i primi segnali di una Cina più disposta a discutere e a sostenere le proprie ragioni ma anche a rivedere i termini di attuazione del progetto.
In Europa, il successo dello sforzo diplomatico per far accettare la BRI prima del forum è stato limitato. L’Italia è stato il primo paese del G7 a aderire alla Nuova Via della Seta, ma la visita del presidente cinese Xi Jinping in Francia lo scorso marzo non è riuscita a garantire all’iniziativa il sostegno dell’UE. In tale occasione, il presidente francese Macron ha invitato la cancelliera tedesca Merkel e il presidente della Commissione europea Junker all’incontro con Xi per mostrare al presidente cinese un fronte europeo compatto, nonostante l’uscita dai ranghi di un’economia di peso come quella italiana. La posizione sostenuta dall’Europa era chiara: quanto finora attuato del progetto BRI non aveva rispettato le norme internazionali.