Questo articolo è tratto da WE-World Energy. Leggi il numero 42 di We, “Gulf Vision”
Dalla caduta del Muro di Berlino, ma soprattutto da dopo i grandi accordi sulla liberalizzazione del commercio mondiale nei primi anni ’90, il Golfo ha conosciuto un trentennio di straordinaria crescita economica e di continua espansione del proprio ruolo geopolitico.
Basta dare un’occhiata alla carta geografica per intuire come la Penisola sia oggi la piattaforma naturale di interconnessione delle rotte che collegano i nuovi giganti asiatici con il mercato europeo - e tramite il Corno – con quello africano, e quanto sia strategico il controllo e il posizionamento di ciascuno Stato nei due corridoi marittimi che la costeggiano, gli Stretti di Hormutz e di Bab el Mandeb.
Il Golfo esporta energia per oltre 1/5 del valore totale degli idrocarburi esportati a livello mondiale ed è al centro di un’imponente rete di scambi commerciali oltre ad essere un importante tassello nella logistica delle merci asiatiche in transito verso l’Europa, grazie a un fiorire di zone franche con forti incentivi fiscali. Basti pensare che quasi il 20 percento delle importazioni della regione è poi riesportato altrove. Attrae investimenti, sviluppa sofisticati servizi finanziari, esercita un crescente fascino come destinazione turistica con le proprie architetture iconiche e un calendario fittissimo di eventi sportivi, musicali e culturali. L’Expo di Dubai nel 2020 e i Mondiali di Calcio in Qatar nel 2022 sono la certificazione di una centralità fortemente voluta e conquistata.