Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 48 – The New Order
Scienziati, esperti e decisori politici individuano numerosi parallelismi tra i cambiamenti climatici e l’epidemia da Co-vid-19, e chiedono a gran voce una ripresa economica verde per il post pandemia. La logica che anima questa visione gemellare delle due crisi è molto convincente: serve una migliore gestione del pianeta per scongiurare pandemie future. La creazione di opportunità di lavoro e la promozione dell’innovazione, entrambe tanto invocate, si possono realizzare con investimenti sulle tecnologie dell’energia pulita e su una ripresa rispettosa del clima, e tutto questo si riduce a un’unica verità: la natura della ripresa dalla pandemia sarà un fattore determinante per la nostra capacità di prevenire cambiamenti climatici pericolosi.
Quando i governi hanno iniziato a formulare impegni audaci contro gli effetti economici della pandemia, i miei colleghi e io di Climate Analytics ci siamo occupati di analizzare in profondità un particolare aspetto della pianificazione della ripresa, e siamo rimasti sbalorditi da un risultato derivante, di fatto, dalla comparazione di due numeri. Abbiamo messo a confronto i pacchetti di stimolo all’economia creati in risposta al Covid-19 con gli investimenti annui in energia a basse emissioni di carbonio necessari a mantenere il riscaldamento globale in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Nell’articolo “Covid-19 recovery funds dwarf clean energy investment needs”, pubblicato su Science nell’ottobre dello scorso anno, abbiamo dimostrato che la decarbonizzazione delle economie a livello globale rispetta ampiamente il budget stanziato dai governi per la ripresa.