La regione del sud-est asiatico, popolata da 642 milioni di abitanti, ha conosciuto una rapida trasformazione economica ed è emersa come importante forza a livello globale. Nata nel 1967 per stimolare ulteriormente la crescita regionale, l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) è impegnata nella promozione dell’integrazione economica dei suoi dieci stati membri. A ormai 50 anni dalla sua creazione, l’ASEAN ha quasi raddoppiato la propria quota di prodotto interno lordo (PIL) globale – dal 3,3 percento nel 1967 al 6,2 percento nel 2016 – diventando la sesta economia mondiale nonché la terza dell’Asia.
Questo incremento è destinato a continuare, dato che, con un tasso di crescita medio annuo dello 0,9 percento, si prevede che la popolazione della regione raggiunga i 782,8 milioni di abitanti entro il 2040. In un tale scenario, l’ASEAN come regione si trova di fronte alla grande sfida di dover soddisfare in modo sostenibile le esigenze dei suoi abitanti, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di energia – motore del suo sviluppo economico – la cui domanda è in continua crescita.
Prendendo come periodo di riferimento i 25 anni dal 2015 al 2040, il “5th ASEAN Energy Outlook” suffraga la tesi della rapida crescita dei paesi dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico. Utilizzando come indicatore il consumo finale di energia totale, si prevede che la domanda di energia passi da 427 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) nel 2015 a 1046 Mtep nel 2040 (ovvero più del doppio), con un tasso di crescita annuo del 5,85 percento, a fronte di una crescita annua del 3,4 percento nel periodo compreso tra il 1995 e il 2015.
I settori di industria, trasporti e residenziale continueranno a rappresentare la quota principale del consumo finale di energia totale, anche se con una lieve variazione nel corso del tempo (vedi Grafico 1). Nel 2015 trasporti e industria costituivano già oltre la metà del consumo finale di energia totale ed entro la fine del periodo di riferimento aumenteranno fino a rappresentarne i due terzi. L’incremento della domanda di energia nel settore dell’industria e dei trasporti indica una tendenza all’urbanizzazione, che comporta maggiore necessità di servizi di trasporto. Da prevalentemente agricola, l’ASEAN si appresta dunque a diventare una regione industrializzata. Seguendo l’andamento dello sviluppo previsto, nel periodo di riferimento l’ASEAN dovrebbe registrare un incremento della domanda di tutti i tipi di combustibile. Quella di prodotti petroliferi, ad esempio, conoscerà un aumento significativo: da 168 Mtep nel 2015 a 472 Mtep nel 2040. Il petrolio rimarrà dunque dominante in tutti settori, attestandosi a una quota del 40-50 percento tra il 2015 e il 2040. Al secondo posto in termini di consumo finale di energia totale figura il settore elettrico, che passa da 82 Mtep nel 2015 a 207 Mtep nel 2040, mentre il settore della produzione dell’energia elettrica dovrebbe crescere di pari passo con quello residenziale e industriale.
Con l’aumento della domanda di elettricità, la capacità di potenza totale di 205 GW del 2015 passerà a 323 GW nel 2025 e nel 2040 triplicherà il suo valore base attestandosi a 629 GW. Stando alle previsioni, per soddisfare l’enorme domanda di energia elettrica la maggior parte degli stati membri dell’ASEAN continuerà a fare affidamento sui combustibili fossili, con un leggero aumento del ricorso alle rinnovabili. Le previsioni mostrano che il carbone rimarrà la principale fonte di produzione di elettricità nell’ASEAN a seguito della messa in servizio di numerose centrali a carbone nella regione dall’inizio degli anni 2000. L’energia elettrica prodotta a partire dal carbone dovrebbe passare da 63 GW nel 2015 a quasi il doppio nel 2025 (119 GW) e raggiungere 267 GW nel 2040. Inoltre, si prevede che le centrali elettriche a gas naturale raddoppino quasi il valore base, da 77 GW nel 2015 a 156 GW nel 2040. Tuttavia, malgrado la dipendenza dai combustibili fossili della regione, è previsto anche uno slancio nel campo delle rinnovabili. L’energia elettrica da fonti rinnovabili dovrebbe in effetti passare da 50 GW nel 2015 a 93 GW nel 2025 e 183 GW nel 2040.
Di conseguenza, si prevede un aumento di consumo energetico in tutti gli stati membri dell’ASEAN. A registrare la maggiore crescita nel periodo di riferimento saranno Cambogia, Laos e Vietnam, nonostante nel complesso i principali responsabili del consumo finale di energia totale rimangano Indonesia, Thailandia, Vietnam, Malesia e Filippine, con una quota combinata di 388 Mtep (90,8 percento) nel 2015 e di 972 Mtep (92,9 percento) nel 2040. L’Indonesia resta il paese più energivoro dell’ASEAN, responsabile del 39,9 percento del consumo finale di energia totale (417 Mtep) nel 2040. A seguito del grande sviluppo e dell’aumento dei consumi energetici, si prevede un incremento anche in termini di offerta totale di energia primaria.
Osservando l’andamento dell’offerta totale di energia primaria come illustrato nel Grafico 2, è previsto che l’ASEAN registri una crescita stabile, da 627 Mtep nel 2015 a 1450 Mtep nel 2040. Nel 2015 il petrolio è ancora dominante, rappresentando il 33 percento dell’offerta totale di energia primaria, ovvero 207 Mtep, seguito dal gas naturale al 23,7 percento (150 Mtep) e dal carbone, l’ultimo tra i combustibili fossili con una quota del 18,5 percento (circa 116 Mtep). Si prevede inoltre che l’ASEAN continui a dipendere dai combustibili fossili per la produzione di energia anche più avanti nel periodo di riferimento, con petrolio, gas e carbone a rappresentare il 78,6 percento (circa 1139 Mtep) dei 1450 Mtep totali nel 2040. Tuttavia, le rinnovabili registreranno un rapido aumento in termini di offerta totale di energia primaria, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 4 percento nel corso del periodo di riferimento. Nel 2015 le fonti rinnovabili costituiscono il 13,6 percento dell’offerta totale di energia primaria, con 18 Mtep di idroelettrico (2,9 percento), 12 Mtep di geotermico (1,9 percento) e 55 Mtep di altre fonti (8,88 percento).
Durante il periodo di riferimento saranno Laos, Vietnam e Filippine a registrare l’aumento più marcato in termini di quota di offerta totale di energia primaria per paese, nonostante Indonesia, Thailandia, Vietnam, Malesia e Filippine restino dominanti in senso assoluto. Nel 2023 il Vietnam dovrebbe sorpassare la Malesia, piazzandosi al terzo posto.
Alla luce delle dinamiche di domanda e offerta dell’energia illustrate, è chiaro che l’ASEAN si trova di fronte a una sfida: mantenere un equilibrio tra la fornitura energetica a prezzi accessibili per favorire lo sviluppo e garantire al contempo la sostenibilità e la tutela dell’ambiente. Nel programmare la strategia per raggiungere sostenibilità, economicità, accessibilità e sicurezza energetica a livello regionale, l’ASEAN ha elaborato l’ASEAN Plan of Action for Energy Cooperation (APAEC) 2016-2025, che funge da linee guida per gli stati membri completandone gli obiettivi energetici nazionali. Forti del sostegno dell’ASEAN Centre for Energy (ACE) – organizzazione intergovernativa in seno all’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico che rappresenta gli interessi dei 10 stati membri nel settore energetico – i paesi ASEAN stanno implementando sette aree di programma di importanza collettiva: la rete elettrica transnazionale (ASEAN Power Grid, APG), il gasdotto transnazionale (Trans-ASEAN Gas Pipeline, TAGP), le energie rinnovabili, l’efficienza e il risparmio energetico, l’energia nucleare civile, le tecnologie del carbone più pulite e la politica e pianificazione energetica regionale (Regional Energy Policy and Planning, REPP). L’ASEAN ha inoltre fissato un target regionale per portare la quota di rinnovabili nel mix energetico al 23 percento entro il 2025 e ridurre la propria intensità energetica del 20 percento entro il 2020. Questo ultimo target è già stato raggiunto nel 2016, con una riduzione aggregata dell’intensità energetica del 21,9 percento. Ora l’Associazione intende proseguire e centrare l’obiettivo di riduzione a medio termine del 30 percento entro il 2030. Nel 2015 la quota di rinnovabili nell’offerta totale di energia primaria dell’ASEAN si attestava al 13,6 percento, un divario di circa il 10 percento rispetto all’obiettivo prefissato, per raggiungere il quale i paesi ASEAN dovranno intensificare i propri sforzi. Poiché la regione può ora approfittare di tecnologie rinnovabili più economiche e di un aumento degli investimenti nel settore, questo è il momento opportuno per ampliare lo sviluppo su larga scala delle rinnovabili.
A tal fine, l’ASEAN dovrebbe tener conto delle diversità di risorse energetiche e sviluppo economico di ciascun stato membro, che si traducono in priorità di pianificazione energetica diverse. Alcuni paesi, ad esempio, hanno raggiunto un tasso di elettrificazione del 100 percento, mentre altri devono ancora mettersi al passo. Inoltre, alle diversità geografiche corrispondono potenziali energetici diversi. Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam, ad esempio, dispongono di abbondanti risorse idroelettriche, mentre Indonesia e Filippine sono ricche di risorse geotermiche. Tali disparità devono essere tenute in considerazione nella creazione di una strategia regionale volta a potenziare lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Queste differenze rappresentano tuttavia anche punti di forza e un’opportunità per un’integrazione energetica regionale più inclusiva. In effetti, la diversità apre le porte all’innovazione, in particolare per potenziare la resilienza di fronte a crisi energetiche e per raggiungere una connettività regionale. Il potenziamento di progetti multilaterali di interconnessione potrebbe portare alla condivisione di risorse, che a sua volta aumenterebbe la diffusione delle rinnovabili per elettrificare le zone rurali e remote, riducendo dunque la dipendenza da combustibili fossili degli stati membri. A questo scopo, l’ASEAN deve superare barriere tecniche e normative. Per promuovere l’interconnettività a livello regionale occorrono innanzitutto un accordo e un impegno a lungo termine, accompagnati dalla creazione di buoni quadri di riferimento per le questioni giuridiche e tecniche. Alcuni passi verso l’interconnessione sono stati già stati compiuti nell’ambito del quadro dell’APG. Il Lao PDR-Thailand-Malaysia-Singapore (LTMS) Power Integration Project, ad esempio, è il primo scambio multilaterale di elettricità all’interno della regione. L’ACE ha inoltre assistito l’Heads of ASEAN Power Utilities/Authorities (HAPUA) - ente energetico responsabile dell’APG - nella realizzazione dell’accordo di acquisto e trasporto di energia firmato nel 2017 da Laos, Malesia e Thailandia. In base a tale accordo la Malesia acquisterà fino a 100 MW di energia elettrica dal Laos utilizzando la linea di trasmissione della Thailandia. Questa significativa impresa collettiva rappresenta un’importante pietra miliare per l’ASEAN.
Grazie alla collaborazione e agli sforzi congiunti, la regione sta colmando il divario tra l’attuale livello di rinnovabili e il target previsto dall’APAEC. Catalizzatore regionale, polo di conoscenze e think tank volto a potenziare la cooperazione energetica all’interno dell’ASEAN, l’ACE effettua molteplici studi e attività di capacity building per aiutare gli stati membri a raggiungere gli obiettivi dell’APAEC. Per promuovere le rinnovabili e l’efficienza e il risparmio energetico nella regione, l’ACE collabora con partner di dialogo e organizzazioni internazionali come la Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ) GmbH e il Japan-ASEAN Integration Fund (JAIF), conducendo studi, organizzando attività di capacity building e lanciando iniziative con gli stati membri. L’ASEAN Energy Outlook, ad esempio, viene redatto dall’ACE per analizzare in maniera più approfondita le esigenze energetiche della regione e identificare raccomandazioni per migliorarne il profilo energetico. L’ACE ha inoltre pubblicato uno studio sul costo dell’elettricità attualizzato per le tecnologie rinnovabili nell’ASEAN, al fine di incentivare la creazione di mercati di rinnovabili competitivi.
Coinvolgendo molteplici attori che traggono vantaggio dalla collaborazione e dallo scambio di conoscenze, azioni di questo tipo forniranno agli stati membri dell’ASEAN le risorse e le competenze per migliorare i propri piani energetici e tradurli in misure concrete. Inoltre, dal momento che la regione sta seguendo diverse tendenze globali, ad esempio quella della digitalizzazione, l’ASEAN dovrebbe riuscire a portare avanti il proprio sviluppo energetico in maniera più lungimirante. Grazie al potenziamento della cooperazione tra i governi degli stati membri e i loro partner nonché allo sviluppo di nuove e innovative tecnologie, in futuro si prospettano per l’ASEAN maggiore connettività energetica e una più ampia integrazione dei mercati, presupposti fondamentali per raggiungere sicurezza, accessibilità, economicità e sostenibilità energetica per tutti, come auspicato dall’APAEC.
Christopher G. Zamora è responsabile del programma di azione dell’ASEAN per la cooperazione energetica (APAEC) all’ASEAN Center for Energy (ACE), con sede a Giacarta. Il suo ruolo è coordinare e facilitare l’attuazione dell’APAEC 2016-2025 in collaborazione con gli Stati membri e gli organismi energetici dell’ASEAN, i partner e le organizzazioni internazionali.
Nella foto le gigantesche strutture sintetiche a forma di alberi che sorgono nel centro di Singapore, vicino al lago artificiale di Marina Bay. Sui tronchi, alti tra i 25 e50 metri, crescono più di 160 mila piante di 200 specie diverse. La foto è di Ryan Koopmans. Fotografo olandese-canadese interessato soprattutto agli ambienti edificati e alle società che sono plasmate da quegli ambienti.
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