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Decisioni coraggiose

Decisioni coraggiose

Il settore dei trasporti va nella direzione dell’ecosostenibilità. Molte città del mondo ricorrono a fonti combustibili rinnovabili.

di Nancy Vandycke
14 min di lettura
di Nancy Vandycke
14 min di lettura

Mobilità sostenibile: "bene pubblico globale"

Il mondo dei trasporti sta evolvendo rapidamente e il suo futuro è incerto. Entro il 2030, il traffico annuale di passeggeri supererà gli 80 mila miliardi di chilometri-passeggero, un aumento del 50%. Il solo settore dell’aviazione darà lavoro a circa 100 milioni di persone e genererà 5.900 miliardi di dollari di PIL, pari a un terzo della ricchezza prodotta negli Stati Uniti. L’incremento interesserà anche i volumi del trasporto merci, in crescita del 70% nei prossimi quindici anni. Entro il 2030, inoltre, a causa dell’ampliamento di una classe media che aspira a una maggiore mobilità, il numero di auto in circolazione dovrebbe raddoppiare, aumentando di 1,2 miliardi di unità. Oltre a contribuire al contenimento degli effetti dei cambiamenti climatici, rispondere in maniera sostenibile al crescente desiderio di mobilità potrebbe migliorare la qualità della vita di miliardi di persone dal punto di vista sanitario e ambientale. Inoltre, i trasporti risultano letteralmente vitali in caso di calamità naturali, conflitti ed emergenze umanitarie per il trasferimento di aiuti e volontari. Ma i costi sociali degli attuali sistemi di mobilità sono troppo elevati. Nel complesso, la mobilità è caratterizzata da profonde disparità nell'accesso alle opportunità che offre, da incidenti mortali, da un uso intensivo di combustibili fossili con elevate emissioni di gas serra, da degrado ambientale e un aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico. Nel 2012, il settore dei trasporti registrava il più elevato consumo energetico nel 40% dei paesi del mondo e il secondo nel restante 60%. I trasporti sono inoltre responsabili per il 23% delle emissioni globali di gas serra dovute all'energia (quelle di CO2 dovrebbero aumentare del 40% tra il 2013 e il 2040) e del 18% di tutte le emissioni antropiche. Considerato che l'inquinamento atmosferico (tanto al chiuso quanto all'aperto) è stato riconosciuto come il fattore di maggior rischio per la salute umana, ciò ha gravi implicazioni. Il solo inquinamento atmosferico uccide ogni anno circa 3 milioni di persone. È ora di invertire questa tendenza. Per soddisfare le attuali esigenze di mobilità, stiamo mettendo a repentaglio le generazioni future. Si tratta di una prospettiva insostenibile. Per innescare un cambio di rotta la comunità internazionale dovrà perseguire quattro obiettivi strategici: pari accessibilità, efficienza, sicurezza e mobilità verde. La mobilità sostenibile è il nuovo "bene pubblico globale".

Riconoscere il ruolo dei trasporti

Diversi governi si sono adoperati per l'adozione di soluzioni specifiche. Il Messico ha promesso di decarbonizzare il settore dei trasporti per tagliare le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030. L’India ha fissato l’obiettivo di arrivare al 30% di veicoli elettrici entro il 2030 e di metterne in circolazione almeno il 15% in cinque anni. Alcune città pioniere in diversi paesi del mondo hanno lanciato iniziative intraprendenti per garantire stili di vita più sani e ridurre le emissioni di gas serra. Per esempio, una ventina di città cinesi ha promosso sistemi di bike sharing senza stalli. Anche alcune aziende, come Boeing e Virgin, puntano a sviluppare valide alternative alle soluzioni di mobilità esistenti. Tali iniziative sono nate in un contesto di crescente consapevolezza del peso dei trasporti rispetto a sfide di portata globale come i cambiamenti climatici e l'instabilità sociale. Le Nazioni Unite hanno sposato appieno questa causa, promuovendo molteplici accordi e convenzioni internazionali che hanno definito l'orientamento a lungo termine del settore dei trasporti. Alcuni di questi, come i Sustainable Development Goals, il Decade of Action on Road Safety delle Nazioni Unite, la New Urban Agenda, il Vienna Landlocked National Program of Action, sempre delle Nazioni Unite, e l'Accordo di Parigi sul clima e la Conferenza delle Nazioni Unite sul trasporto globale sostenibile hanno fissato nuovi parametri di riferimento in base ai quali in futuro si misurerà il progresso verso la mobilità sostenibile. Negli ultimi anni si è verificato un significativo cambiamento di paradigma. Il settore dei trasporti non è più ritenuto esclusivamente funzionale al miglioramento di altri comparti (ad esempio, in termini di risultati sul piano dell'istruzione, di vantaggi per la salute o di riduzione dei rifiuti agricoli) ma piuttosto un settore a sé stante, essenziale per la creazione di un futuro migliore e più sostenibile. Non sarà possibile ottenere stabilità politica e inclusione sociale senza soddisfare le esigenze di spostamento di tutti i cittadini, compresi anziani, bambini, persone affette da disabilità, donne e chiunque appartenga alle categorie più vulnerabili. Allo stesso modo, non sarà possibile arrestare i cambiamenti climatici in atto se i trasporti non cesseranno di dipendere dai combustibili fossili. In un mondo sempre più ricco che aspira a una maggiore mobilità, compiere le scelte giuste in materia di trasporti è diventato determinante per il futuro dell'intera società.

Passi ancora incerti verso il futuro

L’obiettivo è chiaro, ma i risultati tardano ad arrivare. Le ambizioni hanno spesso fatto passare in secondo piano le iniziative più audaci, le soluzioni innovative sono state attuate in modo non sistematico e le strategie a breve termine dei responsabili politici hanno prevalso sul perseguimento di un progetto internazionale per il bene comune. Lo sforzo compiuto da singoli privati, paesi o città ha avuto un effetto su un paio di obiettivi strategici al massimo. In molti paesi le istanze decisionali hanno promosso la costruzione di strade per aumentare l'accesso alle opportunità. Ma ciò si è tradotto spesso in un aumento del numero di veicoli in circolazione e, di conseguenza, di incidenti mortali e inquinamento. In altri casi si è puntato su una determinata tecnologia, per esempio sui veicoli elettrici, per ridurre le emissioni di gas serra, continuando dunque a sostenere un modello di mobilità imperniato sulle automobili. Nel 2017, nel tentativo di far adottare una visione comune alla comunità internazionale dei trasporti, l'iniziativa Sustainable Mobility for All (piattaforma globale organizzata dalla Banca Mondiale insieme a 53 organizzazioni e agenzie internazionali impegnate ad agire di concerto e a influenzare l'orientamento del settore dei trasporti) ha concluso una consultazione di 18 mesi con gli operatori del settore per concordare una definizione di "mobilità sostenibile" e decidere come misurare le prestazioni dei paesi a tale riguardo. La mobilità sostenibile richiede un cambiamento dei principi su cui si è fondata, nel secondo dopoguerra, la ricerca di una società mobile e prospera. Non sorprende che la mancanza di progresso degli ultimi due decenni ci abbia indirizzato verso un percorso insostenibile. Tutte le innovazioni tecnologiche, dalle auto senza conducente ai veicoli elettrici e al car sharing, tendono a rafforzare un ecosistema imperniato sulle auto, figlio della rivoluzione industriale che risale a oltre 100 anni fa. Anche se conosciamo le numerose conseguenze nefaste della motorizzazione, le nuove tecnologie rischiano di rendere l'utilizzo delle auto ancora più dominante. Alcune ricerche preliminari mostrano che i servizi di mobilità basati su tecnologie come il car sharing stanno già allontanando i cittadini da autobus, treni, taxi e biciclette. Fatto ancora più allarmante, le donne, che in passato utilizzavano i mezzi pubblici più degli uomini, hanno recentemente cominciato a privilegiare l'uso delle auto private. Se il sistema non cambia, la mobilità sostenibile resterà una chimera. Con la rapida urbanizzazione, il commercio internazionale in forte espansione e le tecnologie di fondo rimaste tuttavia invariate, l'attuale sistema è sotto pressione. Affinché sopravviva, occorre una profonda trasformazione strutturale che comprenda cambiamenti comportamentali, nuove tecnologie e maggiore interazione con gli altri settori.

Il sistema odierno promuove prevalentemente il potenziamento delle modalità di trasporto predominanti (in particolare l'utilizzo delle auto private) e il passaggio al trasporto pubblico. In pratica, ciò equivale a favorire il trasporto su strada rispetto a quello aereo o ferroviario e a incoraggiare il movimento fisico delle persone anziché una mobilità "virtuale" (per esempio, gli acquisti online). La chiave del futuro sta nella riduzione dell'utilizzo delle strade, potenziando altre modalità di trasporto, creandone di nuove ed evitando gli spostamenti. La tecnologia sta ridefinendo l'ambito del possibile per i trasporti. L'ondata di innovazione in corso apre una serie di nuove entusiasmanti possibilità, per esempio le auto a guida completamente autonoma. Ma le soluzioni alternative previste per il futuro (come l'e-mobilità associata alle batterie e all'idrogeno, il metano verde, la condivisione e la piena integrazione delle modalità di trasporto) rimangono avvolte dall'incertezza. Potranno raggiungere la portata necessaria ed essere economicamente valide? Una reale trasformazione della mobilità sarà possibile solamente a fronte di progressi sostanziali in tutti i settori, in particolare in quello energetico. Per esempio, il 96% dei trasporti dipende dall'energia proveniente dai combustibili fossili e molti fornitori ritengono che nel 2050 il petrolio sarà ancora il carburante dominante del settore, anche se aumenterà comunque l'importanza di gas naturale ed elettricità. Le ricerche del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), dell'Agenzia internazionale dell'energia (IEA) e di altre organizzazioni mostrano che un tale scenario non è compatibile con gli obiettivi ambiziosi fissati da molti accordi e convenzioni locali e internazionali. In altre parole, c'è un'incongruenza di fondo tra le aspirazioni a lungo termine dei soggetti interessati e le loro azioni attuali.

Tutte le buone pratiche verso il cambiamento

Il modello di sviluppo della cosiddetta "economia circolare", finalizzato a un utilizzo quanto più efficace delle risorse locali nel rispetto dell'ambiente, offre un percorso promettente per assicurare una mobilità sostenibile e, in particolare, per ridurre la dipendenza dei trasporti dai combustibili fossili. In tutto il mondo si sta misurando il potenziale delle tradizionali fonti di energia rinnovabile (solare, eolico e bioenergia) come alternative per alimentare il settore dei trasporti. A Santiago del Cile, per esempio, l'impresa pubblica di trasporti Metro S.A. ha firmato un accordo con alcune centrali solari ed eoliche per l'alimentazione della rete metropolitana della capitale cilena. Negli Stati Uniti, l'energia solare ed eolica assumerà un ruolo centrale nell'approvvigionamento elettrico a lungo termine del BART, il sistema di trasporto pubblico su rotaia della San Francisco Bay Area, che entro il 2025 utilizzerà elettricità proveniente per almeno il 50% da fonti rinnovabili. La bioenergia (una delle tecnologie chiave per ridurre le emissioni di CO2 e la dipendenza dai combustibili liquidi per i trasporti) rappresenta circa il 9% del totale dell'approvvigionamento mondiale di energia primaria, ma i trasporti (che per il 90% dipendono ancora dal petrolio) ne usano meno del 6%. La IEA prevede che i biocarburanti rappresenteranno il 27% dei combustibili per il trasporti a livello mondiale entro il 2050. Le tecnologie di termovalorizzazione offrono un'alternativa promettente alle energie rinnovabili più tradizionali. I materiali organici, come gli scarti alimentari e i rifiuti verdi, vengono decomposti tramite digestione anaerobica e trasformati in gas, fertilizzanti e carburanti. La città di Sacramento, negli Stati Uniti, alimenta in questo modo autobus per studenti e pendolari. È in fase di sviluppo anche un'applicazione della termovalorizzazione nell'ambito dell'aviazione. Queste tecnologie alternative aprono una serie di nuove possibilità per ridurre la produzione e il consumo di combustibili fossili, abbattono notevolmente i costi legati al loro trasporto su lunga distanza (spesso da una parte all'altra del mondo) sfruttando invece al massimo le risorse locali. Tuttavia, vi sono ostacoli tecnologici non trascurabili da superare e la versatilità di queste soluzioni resta dubbia. Nel frattempo, i responsabili politici nazionali e locali devono elaborare e attuare, insieme alle aziende e alla società civile, una tabella di marcia condivisa e personalizzata per raggiungere gli obiettivi strategici di accessibilità, efficienza, sicurezza e mobilità verde. Al momento, i decisori pubblici possono contare al massimo su provvedimenti politici per raggiungere un unico obiettivo strategico come, ad esempio, ridurre le emissioni di gas serra. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, queste raccomandazioni seguono una strategia "uguale per tutti" che non tiene conto della situazione particolare di un paese in relazione al raggiungimento di un determinato obiettivo. Inoltre, l'opinione pubblica dà spesso per scontato che la responsabilità di raggiungere il benessere comune spetti ai governi nazionali e alle amministrazioni locali, mentre il settore privato dovrebbe essere libero di perseguire i propri interessi. L'iniziativa Sustainable Mobility for All si è fortemente impegnata a elaborare un Piano d'azione globale per la mobilità sostenibile, prerequisito essenziale per un cambiamento di rotta nel settore dei trasporti.  Uno strumento fondamentale per garantire che il mondo proceda nella direzione di una mobilità sostenibile.

L’autore: Nancy Vandycke

È consulente economico del Transport Global Practice della Banca Mondiale. Ha fondato ed è attualmente direttore del "Sustainable Mobility for All", una piattaforma globale che riunisce 50 organizzazioni internazionali in tutto il mondo impegnate per cambiare il futuro della mobilità. È membro del World Economic Forum’s Global Council sulle tecnologie energetiche avanzate e del gruppo della Multilateral Development Bank sul trasporto sostenibile.

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