Archivi d'impresa: archivisti, storici, heritage manager di fronte al cambiamento

“Archivi d’impresa”, l’Italia raccontata dagli archivi aziendali

Il volume raccoglie le esperienze degli archivi storici di importanti aziende italiane e dedica un capitolo a Eni. Guarda il video della presentazione.

19 novembre 2020
4 min di lettura
19 novembre 2020
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Cinquant’anni d'impresa italiana

La pubblicazione “Archivi d’impresa” ricostruisce l’istituzione, il funzionamento e le trasformazioni di questo particolare tipo di archivi e dedica un intero capitolo all’Archivio Storico di Eni. Edito da ANAI e curato da Eni e Fondazione Dalmine,il volume è stato presentato venerdì 20 novembre sul sito di Museimpresa.

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Guarda la presentazione del volume “Archivi d’impresa” curato da Eni e Fondazione Dalmine, sul sito di Museimpresa.

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Il motore della cultura d'impresa

“Archivi d’impresa” raccoglie le esperienze di archivisti, storici d’impresa, docenti, manager, direttori di archivi, professionisti e funzionari pubblici che, negli ultimi cinquant’anni, hanno raccolto, catalogato e tramandato la cultura del fare delle aziende italiane, raccontando, attraverso di essa, un pezzo importante di storia italiana. Fra le oltre trenta testimonianze non poteva mancare quella dell’Archivio Storico di Enia cui viene dedicato un intero capitolo firmato da Lucia Nardi, Responsabile Cultura d’impresa di Eni e tra le ideatrici della pubblicazione, insieme a Giorgetta Bonfiglio-Dosio (docente di archivistica) e Carolina Lussana (direttrice di Fondazione Dalmine-archivio storico di Tenaris).

Nel suo insieme, il libro racconta nascita, organizzazione ed evoluzione degli archivi delle imprese italiane nel loro rapporto con l’innovazione tecnologica, l’adattamento alle necessità gestionali, il rafforzamento dell’identità aziendale e la comunicazione al pubblico. Viene così a comporsi una fotografia inedita di questo importante elemento del nostro patrimonio culturale che, valorizzando le proprie radici, è sempre più proiettato verso nuovi scenari di valorizzazione e digitalizzazione.

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Lucia Nardi

L’archivio vince la sua battaglia e smette di essere percepito come mero contenitore del passato, solo quando riesce a rimanere ancorato all’azienda, alle sue dinamiche e anche alle sue necessità.

Lucia Nardi (Responsabile Cultura d’impresa di Eni)

L’evento di presentazione

A presentare il volume “Archivi d’impresa” è Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa fondata nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria.

L’incontro è stato introdotto da Antonio Calabrò (Presidente Museimpresa e vicepresidente Assolombarda), moderatore, Lucia Nardi (Responsabile Cultura d’impresa di Eni), Carolina Lussana (Direttrice Fondazione Dalmine), Augusto Cherchi (Responsabile attività editoriali ANAI). A seguire, sono intervenuti Antonella Mulè (archivista di Stato, Direzione generale per gli archivi), Giorgetta Bonfiglio Dosio, (docente di archivistica, Università di Padova), Marco Doria (Università di Genova, presidente Associazione studi storici sull’impresa), Francesca Pino (ANAI, coordinatrice GIAI - Gruppo italiano archivi di impresa).

La presentazione è stata l’evento conclusivo della XIX Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Confindustria che, iniziata il 5 novembre, ha proposto un ricco programma di iniziative per far conoscere l’immenso patrimonio culturale custodito all’interno dei musei e degli archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane.

L’Archivio di Eni, dalle origini al digitale

L’Archivio Storico di Eni nasce nel 2006 per raccogliere la grande quantità di documenti cartacei, immagini e filmati aziendali, mettendoli a disposizione dei ricercatori e del pubblico. Oltre a raccontare la storia del Cane a sei zampe, queste fonti ricostruiscono l’intera storia dell’industria petrolifera italiana, fornendo un chiave di lettura fondamentale per comprendere la storia dell’Italia contemporanea. Condividendo il valore dell’innovazione continua proprio di Eni, inoltre, l’Archivio ha intrapreso un processo di digitalizzazione che interessa l’80% del proprio patrimonio. Perché digitalizzare significa conservare nel lungo periodo e, di conseguenza, avere coscienza del valore di ciò che si conserva.

Digito 5

DIGITO#5-La memoria dell’energia è digitale