Pietra su pietra: il nostro impegno per Collemaggio
Eni restituisce alla comunità la Basilica colpita dal sisma del 2009.
Abbiamo impiegato nel restauro nella Basilica di Collemaggio il nostro know how nei progetti complessi e le tecnologie più avanzate. Il lavoro è stato svolto nei tempi previsti grazie a un modello unico di collaborazione tra Università Italiane, Soprintendenza, Comune ed Eni. Immersa nel verde del parco del Sole, con i tre rosoni e le pietre bianche e rosse disposte a trapunto di croci che caratterizzano la facciata, la basilica è il simbolo della città.
Siamo un’azienda italiana: in Italia abbiamo la testa e il cuore. Abbiamo deciso di mettere a disposizione le nostre conoscenze e le nostre competenze per il restauro della basilica di Collemaggio a L’Aquila, duramente colpita dal sisma nel 2009.
L’iniziativa di restauro ha visto l’alleanza tra pubblica amministrazione, università, città e impresa e offre un esempio operativo di efficienza in cui Eni ha messo a disposizione del progetto le proprie competenze tecniche, di project management e di gestione. In particolare Eni ha mutuato l’esperienza sviluppata nella sua attività di ricerca adattandola a questo specifico progetto. L’impegno a Collemaggio è nato da un modello unico di collaborazione istituzionale che ha affidato alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici d’Abruzzo la progettazione, il coordinamento per la sicurezza e la direzione dei lavori. Le attività tecnico-scientifiche sono state svolte da un gruppo di università (Politecnico di Milano, La Sapienza di Roma e l’Università de L’Aquila) integrato da specialisti Eni. Con il progetto di restauro della basilica di Collemaggio, Eni restituisce alla comunità aquilana il monumento nella sua interezza, rispettandone la sacralità e il significato storico. In seguito al Protocollo d’Intesa "Ripartire da Collemaggio" firmato nel 2012, sono state realizzate indagini tecniche e ricerche storiche e sono state completate tutte le fasi della progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva).
La Basilica di Collemaggio è un organismo vivo e in continua trasformazione.
2017
Dopo il recupero, la Basilica simbolo della città è stata riconsegnata agli aquilani.
2013
Eni si impegna nel restauro della Basilica e la riqualificazione del Parco del Sole.
2009
Un fortissimo sisma colpisce L’Aquila danneggiando gravemente la Basilica
1969-1972
Restauro diretto dal dottor Moretti indirizzato a riportare la basilica ad uno stato “originario”.
1960-1962
Il Genio Civile demolisce la cupola già parzialmente crollata ricostruendola in cemento armato. Un intervento che verrà duramente criticato da tecnici e cittadinanza.
1958
Un terremoto di magnitudo 5.0 si abbatte su L’Aquila. La Basilica viene gravemente lesionata nella parte della cupola e le lesioni preesistenti si aggravano ulteriormente.
1915
Devastante terremoto. Rimane danneggiato il lato sinistro della chiesa, specialmente la parte sommitale della facciata. Davanti alle truppe italiane mobilitate per la guerra si stimano i danni.
1873
Prende avvio il lungo processo che porta all’esecuzione di importanti lavori di restauro della monumentale facciata.
1705-1706
Le Case Celestine di tutta Europa e la pronta reazione dei monaci rendono possibile l’immediato avvio dei lavori di ricostruzione. La Basilica viene arricchita al suo interno di numerose aggiunte barocche.
1703
2 febbraio: un terremoto di magnitudo 6,7 coinvolge l’alta Valle dell’Aterno. L’Aquila viene praticamente rasa al suolo, con oltre 6.000 vittime. All’interno della Basilica di Collemaggio crolla tutta l’area del transetto.
1517
Realizzazione del Mausoleo di Celestino V, con fondi messi a disposizione dai lanari dell’Aquila.
1476
I lavori di restauro interessano la cappella maggiore.
1461
26 novembre: un terremoto di magnitudo 6,5 scuote la valle dell’Aterno accanendosi anche sull’Aquila. I quartieri di San Giovanni e San Pietro vengono duramente colpiti, tanto che un quarto degli edifici crollano rovinosamente.
1424
È l’anno della vittoria degli aquilani contro Braccio da Montone e proprio per questo inizia la realizzazione del monumentale prospetto bicromo, uno dei più evoluti esempi di facciata abruzzese a coronamento orizzontale.
1349
Un terremoto con intensitàpari a magnitudo 6,5 della scala Richter si abbatte sulla città dell’Aquila e sulla basilica di Collemaggio, di cui sono in corso lavori di ampliamento. Le vittime sono circa ottocento e una gran nube di polvere resta sospesa sopra la città per parecchi giorni, rendendo difficili i lavori di soccorso.
1294
Pietro diventa Papa con il nome di Celestino V, l’investitura avviene nella Basilica di Collemaggio. Nello stesso anno Celestino V promulga la Bolla del Perdono, che concede il perdono a due sole condizioni: l'ingresso nella basilica di Santa Maria di Collemaggio e l'essere “veramente pentiti e confessati”. Nasce così la Perdonanza Celestiniana.
1288
25 agosto, gli ultimi Aquilani in ritardo si affrettano verso il piccolo colle al di fuori dalle possenti cinte murarie. Da lì arriva il suono che annuncia un evento di festa, le campane della Basilica richiamano a sé tutti i cittadini. Pietro da Morrone inizia la consacrazione della Basilica di Collemaggio. Nel suo cuore un pensiero corre alla notte d’estate in cui decise di costruire basilica e convento. I lavori non sono ancora terminati, ma Pietro non ha dubbi: diventerà un luogo di pace e comunanza.
1275
Pietro Angelerio, chiamato anche Pietro da Morrone, di ritorno dal viaggio a Lione per ottenere l’approvazione papale del suo ordine benedettino, i Celestini, si ferma a dormire in una piccola chiesa dedicata a Santa Maria dell’Assunzione appena fuori le porte dell’Aquila. Durante la notte ha una visione in cui la Vergine Maria lo invita a costruire in quel luogo una grandiosa basilica, la futura Collemaggio. Pietro si adopera subito per rendere quel sogno una realtà.
Ricostruzione e memoria procedono insieme per costruire il futuro di una comunità. Collemaggio rinasce dai racconti degli aquilani: un percorso tra i ricordi delle persone che l’hanno costruita, la abitano e la vivono quotidianamente.
Il 28 e il 29 agosto di ogni anno a L’Aquila si rinnova il rito solenne della Perdonanza, l’indulgenza plenaria perpetua che Celestino V, la sera stessa della sua incoronazione a pontefice, concesse a tutti i fedeli di Cristo. Il tema dell’edizione del 2017, la 723esima, è la donna, nell’iconografia classica religiosa e la sua presenza e valorizzazione nella famiglia e nella società, sia ai tempi di Celestino, sia nell’era contemporanea. Ogni anno in questa occasione si celebrano memoria, alleanza, coraggio con un continuo slancio verso il futuro.
La Perdonanza Celestiniana celebra il rinnovo dell’indulgenza plenaria perpetua che Papa Celestino V concesse a tutti i fedeli di Cristo la sera stessa della sua incoronazione a pontefice, avvenuta nel 1294 nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Il rito è stato istituito nel 1983, ma le sue origini sono antiche poiché risalgono alla Bolla Papale che Celestino V emanò il 29 settembre 1294 a meno di un mese dalla sua elezione a Sommo Pontefice. Oggi la rievocazione del contesto medievale è affidata al Corteo della Bolla del Perdono, a cui partecipano le principali autorità civili e religiose e numerosi figuranti in abiti d'epoca. Il cuore del rituale è l'apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, che viene accompagnata dalla frase:
“Apritemi le porte della giustizia, voglio entrarvi e rendere grazie al Signore. È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti.” Salmi, 118
Ancora oggi, la Bolla di Celestino V elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che, confessati e pentiti dei propri peccati, si recheranno nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Gli antichi statuti civici vollero che fosse l'autorità civile a conservare il prezioso documento e a indire la Perdonanza. In realtà fino al 1983 la Bolla del Perdono rimase sotto protezione della Soprintendenza ai Beni Culturali e solo successivamente fu riacquisita dal Comune e trasferita nella sede municipale, in una cappella blindata, dalla quale è stata nuovamente spostata dopo il sisma che nel 2009 ha duramente colpito la città. Il 28 agosto, giorno d'inizio dell'indulgenza, la Bolla fa la sua annuale comparsa al cospetto della cittadinanza al termine del corteo storico che da Palazzo Margherita, sede del Comune dell’Aquila, raggiunge la basilica di Santa Maria di Collemaggio.
L’attuale rievocazione della Perdonanza venne istituita nel 1983 dallo storico aquilano Errico Centofanti. Il corteo raccoglie le principali autorità civili e religiose e numerosi figuranti in abiti d'epoca: tutti rigorosamente ispirati alle fogge quattrocentesche e ai colori civici, il bianco e il rosso. Vi partecipano anche la Nobile Contrada dell’Aquila di Siena e le autorità di Rottweil, città gemellata in virtù dell'operato di Adamo da Rottweil che introdusse nel capoluogo abruzzese la stampa a caratteri mobili. Un’altra parte del corteo è costituita dai gonfaloni dei Quarti, i rioni storici in cui fu divisa la città durante la rifondazione angioina.
I personaggi principali fra i figuranti sono la Dama della Bolla, il Giovin Signore e la Dama della Croce e cioè: la ragazza scelta per portare la Bolla del Perdono, il ragazzo che accompagna la Dama e reca il ramo d'ulivo utilizzato nell'apertura della Porta Santa e la ragazza che porta il dono (la Croce appunto) con cui la cittadinanza ringrazia colui che aprirà la porta.
L’inizio della Perdonanza avviene ogni anno il 23 agosto con l’accensione del tripode della Pace o “Fuoco del Morrone”, posto sulla torre civica di Palazzo Margherita. L’operazione viene eseguita dal Sindaco de L’Aquila, che riceve la fiaccola dall'ultimo dei tedofori del Movimento Celestiniano: organizzazione che, da metà agosto, cura la staffetta che parte dall'Eremo di Sant'Onorio, il luogo dove operava Pietro Angelerio poi nominato Celestino V. La tradizione si rifà al corteo con cui Pietro, una volta nominato Pontefice, alla fine dell'agosto del 1294 arrivò a L’Aquila in sella a un asino per ricevere le insegne papali nella Basilica di Collemaggio, da lui fatta costruire. Negli anni Ottanta anche il cammino è stato riproposto come evento che tradizionalmente precede la Settimana Santa della Perdonanza.
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