Nel tentativo di ridurre le emissioni di gas serra all’interno della sua catena del valore e della supply chain, Eni ha recentemente adottato il Protocollo sui Gas Serra, un quadro di riferimento in materia di misurazione e rendicontazione delle emissioni di gas serra. La compagnia sta adottando questo standard, anche noto come Protocollo GHG, per riuscire a fornire metodi verificabili per il taglio delle emissioni che risultino trasparenti tanto per gli investitori quanto per il pubblico. Questo protocollo volontario include una serie di strumenti che non solo esaminano l’efficacia della decarbonizzazione nel corso del tempo, ma permettono anche di confrontarla con quella di altri operatori del settore.
Ampiamente adottato, il Protocollo GHG è avallato dall’Organizzazione Internazionale per gli Standard e dal Climate Registry, insieme a centinaia di norme e programmi concernenti le emissioni di gas serra in tutto il mondo. Per quanto riguarda la filiera upstream, Eni ha stabilito di ridurre le proprie emissioni del 43% entro il 2025 rispetto ai livelli del 2014. Questo obiettivo sarà raggiunto eliminando direttamente le emissioni di carbonio e investendo in progetti improntati all’efficienza energetica. Tali sforzi dovrebbero inoltre favorire un taglio dell’indice di intensità GHG almeno del 2% l’anno tra il 2014 e il 2021, dando luogo a un miglioramento complessivo del 13,2% lungo l’intero periodo. Gli ambiti (o Scope) stabiliti dal Protocollo GHG fungono da guida su cosa, come e dove misurare le emissioni.