Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 45 – The power of tree. Leggi il magazine
Le foreste rappresentano una soluzione fondamentale per evitare gli impatti più gravi dei cambiamenti climatici e costituiscono un fattore chiave nell’azione per il clima. Esse sono essenziali per cibo, acqua, legno, energia, biodiversità e salute. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) possono essere raggiunti solo tramite una gestione sostenibile delle foreste, una riduzione significativa della deforestazione, se non la sua eliminazione, e il ripristino dei paesaggi forestali. Attualmente le foreste rimuovono circa un quarto delle emissioni di anidride carbonica rilasciate nell’atmosfera ogni anno. Smettiamo di leggere per un momento e riflettiamo su quanto appena detto. Ora immaginiamo che tutte le foreste del mondo vengano abbattute: più di tremila miliardi di tonnellate di anidride carbonica verrebbero rilasciati nell’atmosfera, ovvero più carbonio di quello presente negli attuali giacimenti identificati e sfruttabili di petrolio, gas e carbone. Il quadro che ne emerge non è dei più rosei, ma ci fa capire le dimensioni e l’impatto che la deforestazione può avere sul clima e sulle nostre vite. Torniamo alla realtà, che è meno agghiacciante di quella che abbiamo appena immaginato, ma su cui dobbiamo lavorare attivamente. Attualmente, l’11 percento delle emissioni globali di carbonio deriva dai cambiamenti nell’uso del suolo, principalmente dalla deforestazione e dal degrado delle foreste. Sfortunatamente, nonostante decenni di protezione e conservazione delle foreste a livello mondiale, regionale, nazionale e locale, la deforestazione è in aumento. Oltre al carbonio, le foreste ospitano anche circa 1,6 miliardi di persone su una popolazione mondiale di 7,7 miliardi e oltre 2.000 culture autoctone che ne dipendono per il proprio sostentamento. Recentemente si è parlato molto di “soluzioni naturali per il clima”. L’espressione è intercambiabile con quelle di “soluzioni basate sulla natura”, settore fondiario e settore AFOLU (agricoltura, selvicoltura e altri usi del suolo) in quanto si riferiscono tutte agli sforzi di mitigazione associati a questi settori. Le soluzioni naturali per il clima permettono di ottenere ottimi risultati in termini di adattamento e resilienza. Esse possono inoltre fornire più di un terzo della mitigazione a basso costo delle emissioni di anidride carbonica da attuare entro il 2030 per avere probabilità superiori al 66% percento di contenere il riscaldamento al di sotto di 2 °C. In questo contesto, la riduzione della deforestazione rappresenta la più grande opportunità per ridurre le emissioni. A livello internazionale, il ruolo fondamentale delle foreste viene riconosciuto nell’accordo di Parigi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), nonché nei piani dei paesi che si impegnano per stabilire strategie efficienti di riduzione delle emissioni, chiamate “Contributi determinati a livello nazionale” (acronimo dall’inglese NDC). Circa il 25%delle riduzioni delle emissioni previste negli attuali NDC proviene dal settore dell’uso del suolo e principalmente dalle azioni relative alle foreste. Nonostante queste stime fiduciose, è importante notare che solo il 31% circa delle riduzioni delle emissioni previste dagli NDC comprende obiettivi quantificabili relativi al settore forestale. Poiché la comunità globale sta intensificando l’azione per il clima, dobbiamo assicurarci che l’intero potenziale di mitigazione delle foreste e delle soluzioni naturali per il clima a più ampio spettro possa essere sfruttato e attuato con successo. La riduzione delle emissioni derivanti dalla deforestazione e dal degrado delle foreste nei paesi in via di sviluppo, nonché le attività di conservazione, gestione forestale sostenibile e potenziamento degli stock di carbonio delle foreste nei paesi in via di sviluppo che rientrano nel programma REDD+, ci offrono un’enorme opportunità che va assolutamente colta.