Una rete sottomarina di tubi, ancoraggi, valvole e centraline collegate alla pipeline, la tubazione principale. Parte da 86 metri di profondità, poi segue una scarpata, prosegue in un canyon e scende fino a 1500 metri. Laggiù si trovano i punti da dove verrà estratto il gas. Sono i cinque pozzi di Merakes, in Indonesia, entrati in produzione in aprile.
È un giacimento ricchissimo, scoperto e sviluppato in ultra-deep waters, le acque ultra-profonde, al largo dell’East Kalimantan, la seconda regione indonesiana. Siamo a 45 chilometri di distanza da un altro sito già al lavoro da tempo: Jangkrik. Messi assieme, erogano 21 milioni di metri cubi di gas al giorno. Abbastanza da far dire a Fuad Krekshi, responsabile dell’azienda per l’area Middle & Far East Region, che si tratta di "uno dei punti chiave nella strategia di Eni per i prossimi quattro anni. È un progetto che contribuisce ad incrementare la produzione di gas nella regione di circa il 45%". Così l’Indonesia sta diventando un ottimo esempio di come il gas continui a essere una risorsa preziosa per tutti anche in questa fase di transizione globale verso il “low carbon”. Mr. Krekshi enfatizza: "Eni punta a tagliare le emissioni carboniche del 25% entro il 2030 e arrivare a quota zero nel 2050. Il gas è una fonte di energia pulita: riduce le emissioni e dà una forte spinta alla transizione. Nonostante il Covid e l’attuale situazione dei mercati, in questi mesi siamo stati in grado di attivare due progetti molto importanti in quest’area: Mahani e, appunto, Merakes". Mahani, nell’Emirato di Sharjah, è partito a gennaio, "appena un anno dopo la scoperta e in linea con la Strategia 2021. Ora che anche Merakes è attivo, sta dando un forte incremento alla produzione nella regione".