Se prima della pandemia era doveroso avviare un dibattito serio sulla necessità di un cambiamento di sistema e sull’importanza di orientare le decisioni individuali dei consumatori verso l’azione per il clima, il Covid-19 ha chiarito l’urgenza di tale cambiamento.
All’inizio del 2020, l’attenzione del mondo era concentrata sugli ultimi dieci anni a disposizione per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e sul decennio di azioni urgenti in materia climatica necessario per raggiungere il traguardo della neutralità carbonica entro il 2050. Quando gli SDG sono stati individuati e negoziati, l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite ha descritto l’energia sostenibile come il filo d’oro che collega tutti gli altri obiettivi rendendoli realizzabili. L ’obiettivo di un’energia affidabile, accessibile e, nel contesto dell’azione per il clima, pulita rappresentava quindi la base per la realizzazione di altri SDG. Ma poi, nonostante gli avvertimenti specifici e severi riguardo al rischio di un episodio pandemico di malattia zoonotica, a cui nessun paese ha prestato la dovuta attenzione e per cui nessuno era adeguatamente preparato, il mondo è stato scosso dal Covid-19.
Adesso la sfida principale è una sola: riprenderci da una pandemia globale e dalla grave crisi economica che ne è derivata cercando di raggiungere le zero emissioni nette entro la metà del secolo. Ciò richiede una profonda decarbonizzazione da attuare nel decennio corrente e, al contempo, la lotta al significativo aumento della disuguaglianza avvenuta nei decenni passati. Come ha osservato la vicepresidente della Commissione europeaMargrethe Vestager “perché dovremmo ricostruire il vecchio mondo quando ce ne serve uno nuovo?”. Ora la transizione energetica non rappresenta più il filo d’oro degli SDG, ma un percorso d’oro nella risposta contro la pandemia che consente di cambiare rotta adottandone una che sia in linea con l’accordo di Parigi. La conseguenza immediata del Covid-19 è stata la chiusura di gran parte del mondo industrializzato, che ha comportato l’interruzione delle catene di approvvigionamento globali e dei flussi di investimento, nonché l’alterazione dei prezzi delle materie prime. Durante la chiusura, la domanda di energia è crollata. Dopo pochi giorni, gli schermi dei nostri dispositivi sono stati invasi dalle immagini di cieli puliti sulle città inquinate e della natura che si faceva spazio nei paesaggi urbani.
Quando i governi hanno revocato il lockdown, le emissioni hanno ripreso ad aumentare. Il Covid ci ha dato un assaggio dell’impatto che il cambio di comportamento simultaneo di milioni persone può avere sul clima e sull’ambiente. Ma ci ha anche reso più consapevoli dell’importanza dei combustibili fossili nelle nostre economie attuali. Se prima della pandemia era doveroso avviare un dibattito serio sulla necessità di un cambiamento di sistema o sull’importanza di orientare le decisioni individuali, a livello di consumatore, verso l’azione per il clima, il Covid-19 ha chiarito l’urgenza di tale cambiamento. Durante i primi giorni della pandemia, sono state diffuse le immagini delle file ai banchi alimentari e abbiamo assistito all’interruzione dell’approvvigionamento alimentare dal Texas alla Tanzania. La pandemia ha messo in evidenza la nostra mancanza di resilienza. Siamo al sicuro solo se il nostro vicino è in salute: una lezione importante in un’era in cui si prevede l’aumento degli impatti climatici.
Ora, i paesi stanno attraversando diverse fasi di ripresa. Naturalmente, la prima fase si è concentrata sugli aiuti volti a offrire supporto agli individui e alle imprese più vulnerabili. La seconda fase è stata segnata in molti paesi da una lotta politica sempre più partigiana relativa alla ripresa, nello specifico dalla ricerca di un punto di equilibrio tra la sanità pubblica e le più ampie conseguenze della crisi economica. Una riapertura precipitosa per rilanciare l’economia potrebbe farci morire per via della pandemia, laddove una riapertura troppo lenta rischia di farci morire di fame. La terza fase, in cui bisogna trovare il corretto equilibrio, sarà la più importante se sfruttiamo la ripresa per orientarci verso un percorso più sostenibile. In questa terza fase, i paesi hanno l’opportunità di trovare un equilibrio tra natura, economia e salute. Economisti, organizzazioni internazionali e think tank concordano fortemente che possiamo e dobbiamo sfruttare la ripresa dalla pandemia per orientarci verso la decarbonizzazione e verso una maggiore inclusione. Tuttavia, i governi fanno fatica ad attuare questo piano. L ’UE si è posta l’obiettivo di unire la ripresa ai piani per un’economia più rispettosa dell’ambiente. Sebbene il successo dipenderà dalle azioni degli Stati membri, si tratta di una dichiarazione di intenti significativa che ha avuto un grande impatto sulle istituzioni europee, dalla Banca europea per gli investimenti alla Banca centrale europea. Al di fuori dell’UE vi sono paesi che inseriscono la svolta verde in alcuni aspetti della ripresa, basti pensare alla strategia dell’idrogeno verde del Cile. Altri invece, come la Nuova Zelanda, continuano a perseguire i “wellbeing budget” e altre forme più inclusive di misurazione della ricchezza. In Canada, i fondi pubblici a sostegno delle aziende includono la condizionalità climatica e l’obbligo di pubblicare una strategia aziendale che sia in linea con la Task Force on Climate-Related Disclosures. Tuttavia i paesi devono ancora trasformare questa crisi in un’opportunità. Al centro di una ripresa verde e inclusiva c’è la transizione energetica. Il crollo dei prezzi del petrolio, la relativa resilienza degli investimenti nelle energie rinnovabili nonché il crescente disinvestimento dai combustibili fossili hanno permesso un’accelerazione della transizione durante la pandemia. Nell’autunno del 2020 la transizione ha guadagnato maggiore slancio grazie all’impegno delle principali potenze economiche di raggiungere la neutralità climatica. Innanzitutto, l’UE ha annunciato che entro il 2030 ridurrà le emissioni che causano il riscaldamento globale del 55 percento rispetto ai livelli del 1990. Poi la Cina, con un’abile mossa diplomatica, ha annunciato alle Nazioni Unite che avrebbe raggiunto la neutralità del carbonio entro il 2060. L ’annuncio ha esposto gli Stati Uniti e ha spinto il Giappone ad annunciare l’impegno a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e la Repubblica di Corea a fare lo stesso. La maggior parte dell’economia mondiale ha ora aderito a una gara per raggiungere l’obiettivo emissioni zero, come annunciato dal Regno Unito, che ospiterà i negoziati cruciali sul clima posticipati da novembre 2020 a novembre 2021.
In che modo la ripresa può accelerare la transizione e viceversa? Nell’estate del 2020, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno pubblicato il loro piano di ripresa sostenibile. Il piano ha individuato il punto di equilibrio ottimale in cui il sostegno del governo soddisferebbe le esigenze a breve termine per la creazione di posti di lavoro e per la generazione di reddito, consentendo la riduzione delle emissioni a medio e lungo termine e la realizza zione degli obiettivi di crescita. Il loro piano ha posto l’attenzione sugli investimenti nelle soluzioni costruttive ecosostenibili, nelle infrastrutture di trasporto pulite e nelle infrastrutture energetiche intelligenti, identificate come le tre misure vincenti. Negli Stati Uniti, ad esempio, a dispetto di quanto affermato nel corso delle combattutissime elezioni, l’energia pulita produce il triplo dei posti di lavoro di quelli creati dall’industria dei combustibili fossili: l’efficienza energetica impiega quasi 2,5 milioni di persone. Entrambe le industrie stanno crescendo più velocemente di altri settori energetici. I lavori nel settore dell’energia pulita prevedono retribuzioni più elevate e includono lavori da impiegati e lavori di ufficio, il binomio perfetto di qualsiasi piano di ripresa. Un approccio che ponga l’efficienza energetica al primo posto funziona ovunque, dall’economia più avanzata a quella a più basso reddito. Nessun paese al mondo ha ancora ottimizzato la regolamentazione relativa alla produttività energetica. Alcuni paesi si stavano muovendo velocemente, altri più lentamente, ma tutti potevano fare maggiori sforzi per raggiungere e mantenere un miglioramento dell’efficienza energetica del 3 percento anno dopo anno, necessario per raggiungere l’obiettivo di sviluppo energetico sostenibile entro la fine del decennio. Stabilire standard, rivederli, educare il settore finanziario a riconoscere e valutare risparmi e guadagni, trovare modi per ricompensare i risultati, sono alcune delle misure “senza rimpianto” attuabili per stimolare il progresso.
È inoltre essenziale colmare il divario di accesso all’energia. L ’accesso all’energia è ovviamente fondamentale per il progresso, ma non bisogna dimenticare che i sistemi sanitari e i vaccini sicuri dipendono da un’energia affidabile ed economicamente accessibile. L’accesso all’energia è un elemento essenziale per la resilienza, non solo per la sua funzione di supporto
dei sistemi sanitari, ma anche per il suo ruolo nell’accesso al cibo, all’acqua, alla connettività Internet e ai servizi finanziari. L ’energia rinnovabile decentralizzata può consentire il raggiungimento di questa resilienza. Le compagnie petrolifere e del gas internazionali hanno un ruolo potenzialmente vitale da svolgere nella transizione e nella ripresa. Tuttavia, mentre avanziamo nella nuova era non più caratterizzata dai combustibili fossili, il centro del dibattito si è spostato dall’intensità energetica delle operazioni all’eliminazione graduale del carbone. Anche se alcune aziende leader si sono impegnate a diventare società energetiche, in realtà le aziende dovrebbero diventare società di gestione delle molecole di carbonio. Se le aziende desiderano continuare a esplorare e sfruttare i combustibili fossili, queste devono utilizzare, oppure catturare e immagazzinare, le loro eventuali emissioni. Nel frattempo, gli organismi di regolamentazione, gli investitori e le norme commerciali considereranno sempre più il carbonio come “nocivo”.
Per le economie in crescita fortemente carbonizzate, la transizione è più complicata laddove i fondi pubblici destinati a sostenere la ripresa post Covid e provenienti dall’FMI e dalle banche multilaterali di sviluppo confluiscono nel sostegno al bilancio e laddove il sostegno al bilancio affluirà alle società di combustibili fossili di proprietà statale. Questi paesi e le loro compagnie petrolifere nazionali potrebbero aver bisogno di assistenza per effettuare la transizione. Negli anni ‘80 è stata creata la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo per facilitare la transizione in seguito al crollo della cortina di ferro. Abbiamo bisogno di una risposta simile per garantire la transizione da un’economia ad alta intensità di carbonio a un’economia più verde, tramite il sostegno di istituzioni multilaterali esistenti, di un nuovo fondo o di una società veicolo. Per i paesi a basso reddito, l’indebitamento era un problema crescente già prima della pandemia. Per questi paesi la sfida si concentra sul risolvere il problema del debito e al contempo su una ripresa verde. Le possibili soluzioni includono il debito per gli swap sul clima, il riacquisto del debito africano da parte delle banche centrali europee in cambio di investimenti in infrastrutture verdi e le obbligazioni sovrane. Quello che è chiaro è che abbiamo bisogno di misure sicure per una ripresa che sia vantaggiosa, tanto per le persone quanto per il pianeta.
Ci troviamo a un punto di svolta. Il mondo deve riunirsi all’interno di strutture di coordinamento e governance globali inizialmente imperfette per far sì che i pacchetti di ripresa necessari possano indirizzare gli investimenti verso una crescita verde e più inclusiva. Ma dobbiamo anche cogliere questa opportunità per fermarci e riorganizzare i nostri sistemi, costruendo la cooperazione necessaria per affrontare le sfide senza precedenti dei prossimi decenni. Dobbiamo fare spazio ad attori diversi rispetto a quelli di oltre settant’anni fa, quando abbiamo fondato le nostre attuali istituzioni. Cina e India ora sono creditori; dobbiamo fare spazio al private equity così come alle banche. E chi farà spazio alla natura? Ciascuna delle crisi complesse che affrontiamo ha, al suo centro, la nostra noncuranza nei confronti della natura e delle sue leggi. Anche in questo campo dovremo adottare nuove misure di successo. Il PIL, da sempre uno strumento schietto di misurazione della crescita, fallisce in modo spettacolare quando dobbiamo investire di più in sanità pubblica, istruzione e benessere sociale e quando dobbiamo valorizzare la natura e optare rapidamente per la decarbonizzazione. Oltre al PIL (o meglio al suo posto) abbiamo urgente bisogno di utilizzare altri metodi di misurazione della ricchezza e del benessere. Più di 75 anni fa, le nazioni rappresentate concordarono lo statuto delle Nazioni Unite. La Carta si apre con la frase “Noi popoli...”. Oggi con questa frase ci riferiamo non solo a quei pochi che vivono nelle città, collegati alla rete, che hanno a disposizione i mezzi per acquistare la resilienza con un generatore e che possono permettersi l’accesso a vaccini adeguatamente refrigerati. Ma, grazie ai progressi della tecnologia e dei modelli di business, la frase “Noi popoli” rappresenta una legittima aspirazione per tutti. Il Covid-19 ci ha messi di fronte alla sfida economica più ardua degli ultimi 75 anni. Progettare una ripresa che non si curi di rendere il mondo più sicuro per tutti, soddisfacendo i bisogni di tutti, rappresenterebbe un’abdicazione epocale alle nostre responsabilità.
È la 14ma preside, la prima donna, della Fletcher School della Tufts University. Prima di entrare alla Fletcher, Kyte è stata Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite e amministratrice delegata di Sustainable Energy for All (SEforALL), organizzazione internazionale che promuove un’azione più rapida verso il raggiungimento del Goal 7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. In precedenza è stata vicepresidente della Banca mondiale.
THIS WEBSITE (AND THE INFORMATION CONTAINED HEREIN) DOES NOT CONTAIN OR CONSTITUTE AN OFFER OF SECURITIES FOR SALE, OR SOLICITATION OF AN OFFER TO PURCHASE SECURITIES OR IS NOT FOR RELEASE, PUBLICATION OR DISTRIBUTION, DIRECTLY OR INDIRECTLY, IN OR INTO THE UNITED STATES (INCLUDING ITS TERRITORIES AND POSSESSIONS, ANY STATE OF THE UNITED STATES AND THE DISTRICT OF COLUMBIA) OR FOR THE ACCOUNT OR BENEFIT OF ANY U.S. PERSON AS THAT TERM IS DEFINED IN THE SECURITIES ACT (A "U.S. PERSON"), AUSTRALIA, CANADA, JAPAN OR SOUTH AFRICA OR ANY OTHER JURISDICTION WHERE SUCH AN OFFER OR SOLICITATION WOULD REQUIRE THE APPROVAL OF LOCAL AUTHORITIES OR OTHERWISE BE UNLAWFUL (THE "OTHER COUNTRIES"). THE SECURITIES REFERRED TO HEREIN HAVE NOT BEEN AND WILL NOT BE REGISTERED UNDER THE U.S. SECURITIES ACT OF 1933, AS AMENDED (THE "SECURITIES ACT"), OR PURSUANT TO THE CORRESPONDING REGULATIONS IN FORCE IN AUSTRALIA, CANADA, JAPAN, SOUTH AFRICA OR THE “OTHER COUNTRIES” AND MAY NOT BE OFFERED OR SOLD IN THE UNITED STATES OR TO A U.S. PERSON UNLESS THE SECURITIES ARE REGISTERED UNDER THE SECURITIES ACT, OR AN EXEMPTION FROM THE REGISTRATION REQUIREMENTS OF THE SECURITIES ACT IS AVAILABLE. NO PUBLIC OFFERING OF SUCH SECURITIES IS INTENDED TO BE MADE IN THE UNITED STATES, AUSTRALIA, CANADA, JAPAN OR IN THE “OTHER COUNTRIES.”
In any Member State of the European Economic Area ("EEA"), the information contained in this website is only directed at and may only be communicated to persons who are "qualified investors" ("Qualified Investors") within the meaning of Article 2(e) of Regulation (EU) 2017/1129 (the "Prospectus Regulation").
The information to which this website gives access is directed only at persons (i) who are persons falling within Article 49(2)(a) to (d) ("high net worth companies, unincorporated associations etc.") of the Financial Services and Markets Act 2000 (Financial Promotion) Order 2005 (the "Order") or (ii) who have professional experience in matters relating to investments falling within Article 19(5) of the Order or (iii) to whom it may otherwise lawfully be communicated (all such persons together being referred to as "relevant persons"). Any investment or investment activity to which this communication relates is only available to relevant persons and will be engaged in only with relevant persons, or in the EEA, with Qualified Investors. Any person who is not a relevant person, a Qualified Investor or otherwise permitted under applicable law or regulation to access the information, should not act or rely on the information contained herein.
Confirmation of Understanding and Acceptance of Disclaimer
These materials are for informational purposes only and are not directed to, nor are they intended for, access by persons located or resident in the United States, Australia, Canada, Japan or South Africa or any of the Other Countries. I certify that:
I am not resident of, or located in, the United States, Australia, Canada, Japan or South Africa or any of the Other Countries or I am not a U.S. Person; or
If I am a resident of, or located in, the EEA, I am a Qualified Investor within the meaning of Article 2(e) of the Prospectus Regulation; or
If I am a resident of, or located in, the United Kingdom, I am a Qualified Investor and a relevant person.
I have read and understood the disclaimer set out above. I understand that it may affect my rights. I agree to be bound by its terms and I am permitted under applicable law and regulations to proceed to the following parts of this website.
WARNING: the above certification constitutes a "self-certification" pursuant to Decree of the President of the Italian Republic No. 445 of 28 December 2000. False certifications are punishable by law.
You must read the following information before continuing.
The information contained in this segment of the website is not intended for, and must not be accessed or distributed or disseminated to persons resident or physically present in the United Kingdom, Canada, Australia, Japan or any other jurisdiction in which it is unlawful to do so. The information also is not intended for, and must not be accessed or distributed or disseminated to persons resident or physically present in Italy who are not “qualified investors” (investitori qualificati), as defined in Article 2, letter e) of Regulation (EU) 2017/1129 (the “Prospectus Regulation”) pursuant to Article 1, fourth paragraph, letter a) of the Prospectus Regulation as implemented in Italy by Article 35, paragraph 1, letter d) of CONSOB regulation No. 20307 of February 15, 2018.
By clicking the button below labeled “I agree”, you are certifying that (A) if you are in the European Economic Area, you are a “Qualified Investor”; (B) you are not accessing this portion of the website from the United Kingdom, Australia, Canada or Japan; (C) if you are a resident or physically present in Italy, you are a qualified investor as defined under the Prospectus Regulation as implemented in Italy by Article 35, paragraph 1, letter d) of CONSOB regulation No. 20307 of February 15, 2018; and (D) you are not located in a jurisdiction where it is unlawful to access this portion of the website.
You acknowledge that the information and statements contained in the document you are accessing on this website speak only as of the date of such document (or such other date(s) specified therein), and such information and statements may become inaccurate, stale and/or out-of-date thereafter and should not be relied upon for any investment decision.
You acknowledge that the materials on this website that you are accessing are confidential and intended only for you and you agree you will not forward, reproduce, copy, download or publish any of such materials (electronically or otherwise) to any other person if this is not in accordance with the law.
You acknowledge that the access to information and documents contained on this portion of the website may be illegal in certain jurisdictions, and only certain categories of persons may be authorized to access this portion of the website. If you are not authorized to access the information and document contained on this portion of the website or you are not sure that you are permitted to view these materials, you should leave this portion of the website.
You acknowledge that no registration or approval has been obtained and Eni Gas e Luce S.p.A. società benefit and its affiliates assume no responsibility if there is a violation of applicable law and regulation by any person.
By clicking the button below labeled “I agree”, you are confirming that you have read and understood the disclaimer above.
If you cannot so confirm, you must exit this portion of the website