Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 46 – Water stories
In base alle stime di crescita e alle politiche in corso o annunciate, nei prossimi decenni le emissioni dell’industria energetica continueranno ad aumentare (IEA, 2019). In realtà, per rispettare l’obiettivo di limitare l’aumento medio della temperatura globale a 1,5 °C fissato dall’Accordo di Parigi, un accordo internazionale di importanza storica raggiunto dalle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), le emissioni globali della rete elettrica, i cui contributi ammontano in media a 475 g di CO2 per kilowattora (kWh), dovrebbero scendere a 50 g/kWh. Questo non lascia presagire nulla di buono neppure per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), in particolare dell’SDG 7 (energia pulita e accessibile). Secondo la Piattaforma delle Nazioni Unite per l’attuazione degli SDGs, circa 840 milioni di persone non hanno accesso all’energia elettrica, mentre circa 3 miliardi di persone utilizzano ancora per cucinare combustibili altamente inefficienti e inquinanti. Alla luce di ciò, il settore energetico si trova in una situazione difficile: per fornire energia a tutti riducendo al contempo le proprie emissioni, infatti, deve cambiare drasticamente.
Le foreste sono essenziali per risolvere questa situazione. Considerate tradizionalmente fonti di biomassa come legname e combustibili legnosi, oggi se ne riconosce sempre di più l’importanza per il settore energetico, in particolare per quello idroelettrico. Le foreste forniscono servizi vitali di approvvigionamento (acqua dolce) e regolazione (purificazione dell’acqua, prevenzione dell’erosione, regolazione del flusso dell’acqua) in grado di ridurre i costi e aumentare la durata di vita delle centrali esistenti. Anche il loro potenziale in termini di cattura e stoccaggio del carbonio rende le foreste un alleato prezioso per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi. Una corretta gestione delle foreste per produrre combustibili legnosi e sfruttarne i servizi idrici forniti all’industria idroelettrica potrebbe comportare ulteriori vantaggi per le comunità, per la biodiversità e per i cambiamenti climatici, contribuendo ulteriormente al raggiungimento degli SDGs 6 (acqua pulita e servizi igienico-sanitari), 13 (lotta contro il cambiamento climatico) e 15 (vita sulla terra).
La sfida consiste, e continuerà a consistere, nel capire come incentivare il settore energetico, i governi e le comunità locali a correggere le proprie pratiche. Sistemi di mercato come i Pagamenti per i servizi ecosistemici (PES) che favoriscono una gestione sostenibile delle foreste e delle risorse idriche potrebbero essere uno dei modi per riuscirci. È chiaro, tuttavia, che a impegnarsi seriamente devono essere tutti i settori della società.
I servizi forniti dalle foreste, noti anche come servizi ecosistemici, spaziano dalla fornitura di acqua dolce e habitat di biodiversità allo stoccaggio del carbonio e al controllo dell’erosione.