Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 46 – Water stories
Il concetto di acqua virtuale è importante, in quanto ci consente di capire perché godiamo dell’illusione della sicurezza idrica e alimentare nonostante esistano prove evidenti dell’insufficienza delle risorse idriche disponibili per sostenere le nostre economie nazionali. Che cos’è l’acqua virtuale? È l’acqua utilizzata nella produzione di alimenti (e fibre) e beni di consumo non alimentari, compresa l’energia. Per esempio, per produrre una tonnellata di grano sono necessarie circa 1.300 tonnellate (metri cubi) di acqua mentre ne occorrono 16.000 tonnellate per produrre una tonnellata di manzo. Di conseguenza, una persona che mangia molta carne bovina consuma circa cinque metri cubi di acqua virtuale al giorno; di contro un vegetariano ne consuma solo circa 2,5. La produzione di una maglietta di cotone del peso approssimativo di 250 grammi richiede in media 2,7 metri cubi di acqua.
Hoekstra e Mekonnen, nel 2012, hanno calcolato che l’impronta idrica media globale dell’umanità fosse di circa 9.087 miliardi di metri cubi l’anno. Si tratta di una percentuale minima dell’acqua blu e verde globale, che si avvicina al flusso di acqua blu del fiume più lungo del mondo: il Rio delle Amazzoni. Ma si tratta anche del volume di acqua che l’agricoltura pluviale e gli irrigatori hanno potuto usare nei terreni coltivati in seguito alla conversione della vegetazione naturale. La produzione agricola rappresenta circa il 92 percento del consumo globale di acqua. L’industria ne rappresenta circa il 4,4 percento, mentre il consumo idrico delle utenze domestiche rappresenta circa il 3,6 percento del totale. Hoekstra e Mekonnen hanno inoltre stimato che il volume totale dei “flussi” internazionali di acqua virtuale connessi al commercio di prodotti agricoli e industriali fosse di 2.320 miliardi di metri cubi l’anno.
Come si vedrà, il concetto di acqua virtuale (ovvero l’acqua incorporata nei beni alimentari e non alimentari) aiuta a spiegare l’insostenibilità delle nostre economie politiche sulle risorse idriche impiegate dall’industria alimentare. Soprattutto, si vedrà che tale concetto spiega perché sia possibile far passare così efficacemente in secondo piano, dal punto di vista politico, l’esistenza di un sistema alimentare disfunzionale.