Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 45 – The power of tree. Leggi il magazine
Le aree urbane contribuiscono in modo determinante all’accelerazione del cambiamento climatico. Sebbene coprano solo il 3% della superficie terrestre, le città ospitano più della metà della popolazione mondiale, sono responsabili del 60-80% del consumo energetico e di almeno il 70% delle emissioni umane di anidride carbonica. Indirettamente, inoltre, contribuiscono all’aumento dell’anidride carbonica attraverso la deforestazione, conseguenza della loro espansione a scapito dei sistemi naturali urbani e peri-urbani. Queste cifre sono allarmanti se si considera che, secondo le proiezioni attuali, entro il 2030 le città ospiteranno più del 60% della popolazione mondiale, con conseguente aumento del consumo di suolo e risorse, richiesta di servizi, ed emissioni.
Le aree urbane sono però anche altamente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Circa il 60% della popolazione urbana vive in zone ad alto rischio di esposizione ad almeno un tipo di disastro naturale, in particolare inondazione e siccità. A causa dei cambiamenti climatici, eventi meteorologici estremi stanno colpendo in modo sempre più frequente le città di tutto il mondo e ci si attende che nei prossimi decenni rappresenteranno la principale minaccia alla sicurezza alimentare, al benessere e alla vita stessa di centinaia di milioni di abitanti di aree urbane e periurbane. L’innalzamento del livello del mare, l’aumento nella frequenza e nell’intensità di precipitazioni, inondazioni, cicloni e tempeste, l’aumento dell’alternarsi di estremi climatici di caldo e freddo rappresentano minacce tangibili, specialmente per le città del terzo mondo che devono già far fronte alla crescente povertà, alla carenza di cibo, alla mancanza di risorse, conseguenze di una urbanizzazione troppo spesso non aedguatamente pianificata. È in tali città, in particolare in Africa e Asia, che si concentrerà inoltre il 90% della crescita della popolazione urbana dei prossimi decenni.