C’era una volta l’hortus conclusus, tipico giardino medievale, nato nei monasteri, dove la natura ritrovava la condizione originaria della creazione e le idee potevano germogliare
di
Paola Arpino
04 ottobre 2019
4 min di lettura
di
Paola Arpino
04 ottobre 2019
4 min di lettura
Carlo Ratti, fondatore dello studio di design e innovazione Carlo Ratti Associati e direttore del MIT Senseable City Lab, è partito dall’immagine dell’orto medievale, e da quella ha tratto ispirazione creando per Eni un’opera architettonica capace di rappresentare il tema con cui torna quest’anno al Fuorisalone di Milano: l’economia circolare.
Nel ruolo di co-producer della mostra “INTERNI Human Spaces”, a Milano dall’8 al 19 aprile, Eni presenta all’interno dell’Orto Botanico di Brera, nel cuore di Milano, il “The Circular Garden”, ideato da Ratti come esempio di architettura sostenibile.
Il "The Circular Garden", presentato da Eni, all'interno dell'Orto Botanico di Brera.
Il “The Circular Garden” è composto da una serie di grandi archi, alti fino a 4 metri, costruiti utilizzando il micelio, materiale organico costituito dalle radici fibrose dei funghi. Al termine dell’esposizione, queste strutture torneranno alla terra, utilizzate come fertilizzante.
In natura il concetto di rifiuto non esiste e dove lo scarto di un essere vivente viene recuperato da un altro, per creare nuova vita, così avviene nell’economia circolare. I beni prodotti sono pensati per avere una nuova vita grazie all’estensione del proprio utilizzo o con la trasformazione in nuovi prodotti o perché utilizzati come nuove risorse.
È su tali principi, che lo studio Carlo Ratti ha lavorato per sviluppare questo progetto.
Una realizzazione quella di “The Circular Garden”, in grado di offrire la visione di un futuro sostenibile, attraverso un materiale con una sorta di “intelligenza pre-programmata”, che permettesse all’architettura una crescita autonoma e organica.
Nell’ambito del design, il tema di questa edizione della mostra intende ispirare la creazione di nuovi oggetti e processi che ambiscono a migliorare l’esistenza e la convivenza nello spazio.
Ed è questa l’esperienza che il pubblico, visitando “The Circular Garden” potrà vivere in prima persona: perché se anche l’architettura può essere riciclata al 100%, quasi tutto ciò che buttiamo via, in realtà può essere recuperato.
Un concetto insito nella realizzazione della struttura, che Ratti ci racconta in un’intervista.
Il "The Circular Garden" è un esempio di architettura riciclabile al 100% (Marco Beck Peccoz)
L’intuizione è nata proprio durante una visita all’orto botanico, luogo che da sempre si lega a una certa dimensione di “circolarità”. L’orto non soltanto è il luogo da dove vengono i prodotti alimentari. Se pensiamo all’orto medievale, gli scarti che avanzavano dalle tavole diventavano poi concime, secondo una perfetta pratica di economia circolare. Qualche mese fa, durante una passeggiata nell’orto botanico, abbiamo notato dei piccoli funghi che spuntavano dal terreno: da lì è partita l’idea di un’architettura che crescesse e si sviluppasse quasi come un elemento naturale. Ed è così che, per realizzare l’installazione all’interno dell’orto botanico, siamo arrivati a coltivare quasi 1 kilometro di micelio.
Siamo di fronte a un’architettura che sta a metà tra l’organico e l’inorganico: ci piacerebbe che ogni visitatore potesse tornare a casa più consapevole sul significato dell’economia circolare. Al Fuorisalone si vedono tantissime installazioni che al termine della design week finiscono tutte in discarica. Nel caso di “The Circular Garden”, tutto quello che noi facciamo si trasformerà in concime: quel che nasce dalla terra, come il micelio, tornerà alla terra al termine della mostra. Si vuole offrire una nuova prospettiva su processi circolari di trasformazione e riutilizzo.
L'Orto Botanico di Brera ha accolto all'interno del proprio spazio quasi 1 kilometro di micelio (Mar
La immaginerei sempre in micelio, ma con una sostanziale differenza: se oggi siamo stati noi a dare forma alle strutture, nel futuro saremo riusciti a riprogrammare il DNA di questo materiale organico, in modo che sia il micelio stesso a creare una specifica architettura secondo le nostre esigenze. Dall’Orto Botanico di Brera, le idee prendono vita e si trasformano.
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