Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 40 – Safe & Circular. Leggi il magazine
Sono da tempo una sostenitrice dell’economia circolare, un’espressione che tuttavia non risulta di immediata comprensione. Dobbiamo trovare delle strade significative per coinvolgere le persone nella ricerca di modalità con cui utilizzare le risorse in modo assennato: selezionare con cura, usare solo ciò di cui abbiamo bisogno, continuare a utilizzare i materiali per il maggior tempo possibile e riciclare o recuperare ciò che si può. Ogni cosa dovrebbe essere trattata come una risorsa preziosa, che si tratti di carta, plastica, vetro, metalli o altri materiali più rari. È stato dimostrato che questo approccio più circolare apporta notevoli benefici, creando posti di lavoro, migliorando il modo in cui vengono impiegate le risorse e sostenendo l’economia. L’economia circolare può agire a diversi e molteplici livelli: a livello internazionale, ad esempio quando sono coinvolte catene di approvvigionamento internazionali, a livello nazionale, a livello cittadino e anche su un piano ancora più locale. Ed è importante riconoscere i diversi ruoli svolti dai decisori politici, dalle imprese, dai singoli e dalle comunità. Ai decisori politici spetta un compito rilevante nel fornire il quadro di riferimento all’interno del quale le aziende possono operare, che definisce il contesto per i processi decisionali, la pianificazione e le attività aziendali. Le aziende devono pertanto muoversi all’interno del quadro di riferimento politico, applicando principi circolari e godendo dei benefici che ne derivano.
Vediamo un paio di esempi che illustrano questo concetto. In primo luogo, a livello di città, esaminando i progressi e il lavoro svolto sul piano politico per sviluppare un’economia più circolare a Londra, e in secondo luogo analizzando i passi compiuti nel settore alimentare e delle catene di approvvigionamento per rendere i sistemi alimentari più efficienti e ridurre le perdite e gli sprechi alimentari.