Le iniziative delle aziende leader nel settore della fotografia e stampa per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.
di
Anna Volpicelli
20 luglio 2020
7 min di lettura
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Anna Volpicelli
20 luglio 2020
7 min di lettura
Sul tema dell’economia circolare, l’associazione di beneficenza Ellen MacArthur Foundation ritiene che occorra ripensare il progresso. L’organizzazione britannica sostiene che, adottando un modello di business radicalmente rinnovato, si potrebbe cambiare l’ottica di osservazione e rimodulare il funzionamento della nostra economia, progettando prodotti che possano essere riciclati e alimentando il sistema con energie rinnovabili.
La creazione di un’economia circolare è un approccio che molte aziende hanno iniziato a valutare e a ritenere cruciale, anche in risposta alle molteplici sfide poste dal cambiamento climatico. Dalla riduzione dei rifiuti in plastica alla ricerca di nuovi modi per preservare le risorse naturali, diverse società stanno adottando misure responsabili per implementare strategie operative ispirate a questo modello.
L’accordo di Parigi,raggiunto nell’ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha spinto molte aziende ad adeguare i propri approcci operativi e strategici; tra queste figurano i principali marchi del mondo della fotografia, che hanno iniziato a promuovere soluzioni ecologiche e sostenibili e assumere posizioni più responsabili in materia climatica.
Canon, azienda giapponese di prima grandezza nel settore della fotografia, è stata tra le prime ad agire in questo senso impegnandosi ad adottare strategie di produzione all’insegna del Kyosei, parola giapponese che significa “vivere e lavorare insieme per il bene comune”. “In questo contesto, il nostro lavoro non si limita a gestire l’insieme degli aspetti ambientali e sociali, ma guarda anche a nuove opportunità di mercato ispirate all’economia circolare adottando un approccio che considera l’intero ciclo di vita dei nostri articoli,” dichiara Gema Escudero Samaniego, coordinatrice regionale per l’ambiente e la sicurezza dei prodotti di Canon per Italia, Spagna e Portogallo. “Questa strategia comprende la raccolta dei prodotti riciclabili, la rivendita tramite broker, il ricondizionamento e la ri-produzione”, spiega.
Canon possiede sei stabilimenti nel mondo che operano espressamente secondo questi principi —due in Europa, uno in Cina, uno negli Stati Uniti e due in Giappone. La filiale tedesca Canon Giessen GmbH, ad esempio, riceve da tutti i paesi europei dispositivi multifunzione arrivati a fine vita, li ricondiziona e li trasforma in macchine completamente nuove. Il risultato di questa iniziativa è la EQ80, una serie di stampanti multifunzione studiata per ridurre l’impatto ambientale attraverso una gestione efficiente ed economica dell’energia. "La EQ80 deve il suo nome al fatto che il processo impiegato per produrla permette di risparmiare oltre l’80% di risorse naturali e di ridurre per circa l’80% le emissioni di gas serra,” spiega Escudero Samaniego, “mantenendo però invariate le garanzie di qualità dei dispositivi Canon nuovi — e con prezzi più convenienti per i clienti”.
Quest’anno, la francese Canon Bretagne celebra il 30° anniversario del programma di riciclo dei toner attuato dall’azienda in tutta Europa. Tra il 1990 e il 2018, la divisione è riuscita a recuperare e riciclare oltre 408.000 tonnellate di cartucce, riducendo di almeno 601.000 tonnellate le potenziali emissioni di CO2. “Grazie al recupero, al riutilizzo e al riciclaggio dei componenti dei toner esausti, in questi anni Canon ha ridotto il suo fabbisogno di materie prime di oltre 285.000 tonnellate,” dichiara Escudero Samaniego. “Ci siamo posti l’obiettivo di abbattere le emissioni di CO2 nel ciclo di vita dei prodotti di una media del 3% annuo. Nel periodo dal 2008 al 2018, il nostro miglioramento effettivo è stato mediamente del 5% l’anno.”
Nell’universo della fotografia e dei dispositivi elettronici, Canon non è l’unico marchio ad applicare i principi dell’economia circolare. Nel 2017, Panasonic ha lanciato Environment Vision 2050, un programma che punta a promuovere un uso più efficiente dell’energia adottando fonti pulite. L’azienda ha sviluppato tecnologie per migliorare le prestazioni di risparmio energetico dei suoi prodotti e ha messo a punto processi di produzione innovativi capaci di ridurre il consumo di energia. Ad esempio, sta ampliando le attività di produzione e stoccaggio dell’energia generata e contribuisce a sviluppare nuovi sistemi sociali finalizzati a incrementare la quota di energia pulita, come la cosiddetta società dell'idrogeno.
Oltre al programma di riciclo, in cui vengono riutilizzati alcuni componenti e materiali dei prodotti a fine vita per crearne di nuovi, Panasonic si è data l'obiettivo di creare stabilimenti con emissioni di CO2 pari a zero. A questo scopo è passata all’illuminazione a LED, ha introdotto tecnologie di risparmio energetico innovative e prevede di installare sistemi fotovoltaici per la generazione dell’energia entro il 2021. In Europa, gli stabilimenti di Panasonic Eco Technology Center Co. Ltd, che si occupa del riciclo di elettrodomestici, e Panasonic Energy Belgium N.V., specializzata nella produzione di batterie a secco, sono i primi ad avere azzerato le emissioni di CO2. Questo risultato è stato ottenuto installando sistemi di generazione basati su energie rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico, acquistando elettricità prodotta al 100% da fonti rinnovabili e utilizzando crediti di carbonio per compensare le emissioni di CO2 dei combustibili fossili.
Anche Sony ha lanciato un piano ambientale, Road to Zero, un programma globale concepito per promuovere la sostenibilità. L’obiettivo è quello di azzerare l’impronta ecologica dei suoi prodotti nel ciclo di vita e quella di tutta l’attività aziendale entro il 2050. Il piano prevede, ad esempio, l’approvvigionamento di elettricità generata al 100% da fonti rinnovabili per tutti i siti aziendali entro il 2040.
Tra le iniziative previste vi è quella di ridurre al minimo i consumi e massimizzare l’impiego di materiali riciclati nelle attività operative e nel ciclo di vita dei prodotti. L’azienda promuove inoltre il riciclo, collaborando con imprese specializzate e riutilizzando i contenuti di prodotti smaltiti in tutto il mondo.
Anche noi, con le nostre azioni, possiamo sostenere gli sforzi di queste aziende verso il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi. Anziché riempire le nostre case con fotocamere e stampanti inutilizzate, ad esempio, possiamo donarle alle aziende e alle società di riciclo per favorire la riduzione di questo genere di rifiuti. L’intento dei programmi di economia circolare è chiaro ed esplicito: creare un sistema collaborativo che crei efficaci sinergie tra le nostre azioni quotidiane e i modelli di business delle aziende per renderli maggiormente compatibili con le esigenze del pianeta.
Redattore e giornalista per Il Sole 24 Ore, The San Francisco Chronicle, SOMA MAGAZINE, D la Repubblica delle Donne, L'Espresso (stampa e web), Marieclaire.it, A, Leiweb.it, Yoga Journal Italia, Vogue Sposa & Vogue Bambini.
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