Questo articolo è tratto dal numero 40 di We "Safe & Circular". Leggi il magazine
La necessità di ottemperare agli impegni assunti a livello internazionale a favore della salvaguardia ambientale del pianeta, espressamente sanciti nel quadro degli accordi assunti a Parigi nel 2015 in occasione della COP21, ha incoraggiato sempre di più la comunità internazionale a recepire modelli di sviluppo sostenibile. Un impulso divenuto non più prorogabile e che si concretizza, inoltre, nella scelta, operata da parte di molti paesi, Europa in testa, di aderire ai principi dell’Economia Circolare. La teoria alla base di questo schema è solida, diffusa e ben nota: ora è giunto il momento di passare alla pratica. Il vecchio continente è determinato a giocare un ruolo di primo piano per implementare al meglio questo modello, impegnandosi a fare da battistrada per produrre, quanto prima possibile, vantaggi per i cittadini e le imprese sotto forma di nuovi posti di lavoro, politiche sociali e modelli di consumo più sostenibili. Le possibilità di raggiungere obiettivi così ambiziosi implica l’esigenza di giocare alla pari sul piano internazionale. Oggi i consumatori sono bersagliati da statistiche, soprattutto per quanto riguarda il problema dei rifiuti di plastica negli oceani;riviste, documentari, social media, televisione e radio non fanno che ribadire l’allarme di cui il mondo dovrebbe preoccuparsi. Eppure, le spiagge sono inquinate da rifiuti di ogni tipo: bottigliette, lattine, mozziconi di sigaretta, ecc. Non è più ammissibile che la spazzatura finisca in mare solo perché il pubblico non è sensibilizzato o il trattamento dei rifiuti non è sufficiente. Tuttavia, mentre gli obiettivi di questa sfida sono chiarissimi, il processo per raggiungerli è lungo e complesso e, soprattutto, vincolante. Inoltre, esso richiede una mentalità nuova a livello tanto di industria quanto di scelte sociali e individuali di consumo. Dall’Earth Overshoot Day, il giorno dell’anno in cui l’impronta ecologica dell’uomo supera la capacità rigenerativa degli ecosistemi, al cambiamento climatico, dall’inquinamento marino al trattamento dei rifiuti, la transizione è inevitabile e per metterla in atto è necessaria una strategia in grado di riscrivere completamente le regole di gioco.