Eni investe in ricerca e innovazione su tutta la filiera della cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2 (Carbon Capture Utilization and Storage - CCUS): dalla cattura allo storage al monitoraggio fino all'utilizzo della CO2. La ricerca, infatti, svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di CCUS perché grazie alle nuove tecnologie si riuscirà a diminuire ulteriormente i costi di filiera.
Relativamente alla cattura della CO2, la sfida tecnologica da affrontare è sviluppare una soluzione alternativa ai processi convenzionali basati sull’impiego di solventi amminici (soluzioni acquose di ammine specifiche di diversa natura). La tecnologia in fase di sviluppo presso i laboratori Eni si basa sull’utilizzo di miscele solventi innovative proprietarie, contenenti liquidi ionici. I tratti distintivi di questa innovazione sono: l’alta flessibilità nel trattare gas di diversa composizione (contenenti CO2), l’elevata stabilità del solvente, un principio di cattura che sfrutta sia la chimica che le caratteristiche fisiche della CO2 e la bassa tossicità.
La ricerca e la tecnologia sono molto importanti anche per la fase di stoccaggio (CCS). Grazie alla sua vasta esperienza nella modellistica numerica per lo sviluppo di campi di idrocarburi, Eni applica algoritmi innovativi di simulazione che permettono di studiare le interazioni tra CO2 e roccia e di simulare nel tempo le migliori soluzioni per lo stoccaggio, in relazione alle caratteristiche geo meccaniche e geochimiche del giacimento. Tali approcci sofisticati sono possibili solo grazie all’utilizzo di un software proprietario e alla potenza di calcolo disponibile nel Green Data Center Eni a Ferrera Erbognone.
Per quanto riguarda l’utilizzo della CO2 (CCU), Eni sta lavorando alla tecnologia della mineralizzazione, progetto in fase avanzata di sviluppo che si basa sulla reazione tra CO2 e alcune fasi minerali, principalmente silicati di magnesio e/o calcio. Questa reazione è oggetto di grande attenzione da parte del mondo accademico e delle imprese in quanto permette di fissare in modo permanente grandi quantità di CO2 sotto forma di prodotti inerti, stabili e non tossici. Si tratta di un processo che avviene spontaneamente in natura su tempi geologici e che, negli impianti industriali, viene semplicemente riprodotto e accelerato. L’innovazione apportata da Eni in questo ambito riguarda la scelta della soluzione reattoristica per velocizzare la reazione e lo sviluppo di proprietà pozzolaniche nel prodotto attraverso un semplice trattamento post-sintesi. Queste caratteristiche, mai riportate in precedenza, rendono il materiale idoneo per essere impiegato come Materiale Cementizio Supplementare (SCM) nella formulazione di cementi di tipo Portland, con uno standard elevato per l’uso nell’industria edilizia.